Corriere dello Sport

La Juve che non ti aspetti

- Di Ivan Zazzaroni

Non ha senso che a fine agosto, in assenza di una proposta anche soltanto abbozzata, la Juve sia ancora alle prese con i dubbi legati al futuro prossimo di Ronaldo. Certo, la dirigenza è cambiata nella stagione della grande crisi Federico Cherubini ha sostituito Paratici e Maurizio Arrivabene è stato chiamato a riempire il vuoto.

Non ha senso che a fine agosto, in mancanza di una proposta anche soltanto abbozzata, la Juve sia ancora alle prese con i dubbi legati al futuro prossimo di Ronaldo. Certo, la dirigenza, cambiata nella stagione della grande crisi - Federico Cherubini ha sostituito Paratici e Maurizio Arrivabene è stato chiamato a riempire il vuoto lasciato tre anni fa da Marotta - si è subito ritrovata a dover affrontare il più spinoso e anomalo dei casi di mercato. La cui gestione, però, non è stata da top club: ha evidenziat­o angoli di fragilità che in futuro potrebbero produrre effetti poco piacevoli.

La Juve, che dall’uscita di Ronaldo avrebbe tratto (trarrebbe) un enorme vantaggio non tecnico, bensì economico (una novantina di milioni tra ingaggio lordo e ammortamen­to) aveva fissato una data di agosto (tra il 10 e il 12) entro la quale Jorge Mendes avrebbe dovuto presentare un’offerta accettabil­e. Saltata senza alcun riscontro quella scadenza, ha continuato a farsi portare a spasso nel campo delle fantasie e dei potenziali interessi reciproci.

A pochi giorni dalla fine del mercato, resta viva la pista City, ma al momento non ci sarebbero le condizioni per il trasferime­nto. Guardiola ha fatto sapere che Cristiano lo prenderebb­e esclusivam­ente a zero e solo dopo aver ceduto Sterling: l’inglese è ancora a Manchester e la Juve non è disperata al punto da costringer­si a rinunciare a 28 milioni. Nel calcio il denaro aggiusta o cancella qualsiasi ragionamen­to, ma a questo punto, se dovesse restare, Ronaldo potrebbe avvertire il più fastidioso dei mal di pancia procuratog­li tanto dall’atteggiame­nto del club, che la possibilit­à di andar via gliel’aveva data, quanto dall’operato dell’agente, che per settimane gli aveva fatto credere di trattare col Psg. Dove – non è un dettaglio di poco conto – è invece finito il rivale di sempre, Leo Messi. Al campione portoghese la cosa ha fatto venire l’orticaria.

Nei giorni scorsi Allegri ha detto che il Fenomeno gli aveva garantito che sarebbe rimasto. Nel frattempo Mendes, che ieri s’è presentato a Torino, ha continuato ugualmente a parlare col City, ipotizzand­o addirittur­a di vendere bene Cancelo al Bayern per favorire l’ingresso di Cristiano.

Anche il Tottenham - esempio calzante - ha affrontato un problema analogo con Kane, che di anni ne ha 28, non 36 e mezzo, e che il City era disposto a pagare fino a 175 milioni. Ma dal primo minuto ha fatto sapere al mondo che l’attaccante non era sul mercato.

Il tifoso juventino è passato dalla fase giocosa, agostana - Ronaldo sí, Ronaldo no, sotto l’ombrellone - allo sbalordime­nto che, a onor del vero, ha coinvolto anche Lapo, l’ultrà di Famiglia, giustament­e irritatosi per un fotomontag­gio qatariano che sapeva di dileggio.

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