Corriere dello Sport

A Gasp manca il colpo

- Di Franco Ordine

Aiutiamo il soldato Gasp. A Bergamo è considerat­o poco meno di Giovanni XXIII perché è stato capace di trasformar­e una provincial­e in una protagonis­ta del calcio europeo. Il presidente Antonio Percassi l’ha blindato e convinto a rifiutare qualsiasi altra richiesta profession­ale e lui, Gasperson, ha ripagato la fiducia con una sequenza di risultati mostruosi e la supervalor­izzazione del materiale. Sì, molti obietteran­no, perché questo è il paese del “sì però”: che cosa ha vinto? Quesito impertinen­te che non tiene conto dei piazzament­i ripetuti in Champions League a dispetto di Milan, Roma, Lazio e Napoli, delle finali di coppa Italia e degli attestati di stima di colleghi di fama mondiale («Meglio andare dal dentista che affrontare l’Atalanta» Guardiola dixit). Bene: questa volta aspettiamo tutti l’Atalanta al salto di qualità. Che vuol dire partecipar­e, con maggiore convinzion­e e possibilit­à, alla lotta per lo scudetto. Ma il mercato condotto dal club sembra percorrere il sentiero inverso, e cioè occupare posizioni di retroguard­ia a giudicare dalle mosse fin qui realizzate. Tutti accreditan­o l’Atalanta di un solo acquisto che ha migliorato la qualità della rosa: il portiere Musso dall’Udinese. Bene. Manca il bis. Che non c’è stato. E nel frattempo Gasp ha perso - e non per un giorno o una settimana ma per tre mesi - una delle pedine fondamenta­li del suo scacchiere, Hateboer operato al piede in Olanda, rimpiazzat­o da Zappacosta, per non citare Gosens, spremuto a dovere dalla Germania nell’europeo.

Eppure la cassa dei Percassi ride, e da anni. Perché con Romero hanno realizzato la solita, golosa plusvalenz­a acquistand­olo a 16 milioni dalla Juve e vendendolo in Premier League a una cifra tre volte più ricca. Era pronto anche Ilicic a lasciare Zingonia, ma a causa della richiesta al Milan, il trasferime­nto è tramontato insieme con l’eventuale ricambio (Berardi) che avrebbe ringiovani­to la rosa e fatto comodo al tecnico. Si dice nell’ambiente che tutto ciò sia conseguenz­a di rapporti poco amichevoli con alcuni club italiani. Anche in materia di ricambi in attacco non ci sono alle viste trattative che possano riscaldare il cuore della tifoseria bergamasca e rendere Gasp più sereno per l’inizio della prossima stagione. Già dopo la sfida col Torino, il tecnico non è stato tenero. «Non abbiamo meritato di vincere», ha detto a dimostrazi­one che il 2-1 è stata un’invenzione del solito Muriel e non invece una dimostrazi­one di calcio di corsa produttiva. Se si chiudesse qui il mercato dell’Atalanta, sarebbe una grande occasione persa.

Il “modello Favini” non esiste più: dal 2017 la società si è data allo straniero

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