Perno Torreira, incognita Amrabat
Torreira giocherà da regista, col 18 sulle spalle, nella Fiorentina di Vincenzo Italiano e su questo non ci sono dubbi, come invece ci sono stati negli ultimi anni nel ruolo mancando appunto l'interprete naturale. «Una scelta molto importante per me - ha detto Torreira ai social viola - perché da tempo pensavo di tornare in Italia e per fortuna è arrivata questa proposta che mi è piaciuta tantissimo e mi rende felicissimo. Pradè è una grande persona e mi ha dato tanto affetto a Genova: in questo periodo ho parlato più con lui che con mio padre, sono contento per me e per lui che mi voleva tanto. Pronto per il Torino? Sta all'allenatore dire se sono pronto».
LUCAS PIU' DUE. Con l'arrivo dell'uruguaiano dall'Arsenal il problema del regista è finalmente risolto e il centrocampo viola dal Torino in avanti (al massimo dall'Atalanta dopo la sosta) cambia fisionomia. Lì dentro Torreira prenderà appunto il comando delle azioni con i tempi, le dinamiche e le soluzioni necessari, sempre con due interni accanto con i quali dividere le responsabilità, le verticalizzazioni, gli inserimenti, ma anche i compiti di interdizione, la fase difensiva, il recupero del pallone da trasformare in attacco. Due interni che potranno essere Bonaventura e Castrovilli per esaltare in quel caso la parte tecnica del centrocampo, oppure Maleh per esaltare viceversa la combinazione dinamismo-qualità, oppure ancora Benassi e Duncan (al netto di possibili novità di mercato, data l’abbondanza di giocatori nel reparto).
CAMPO E MERCATO. E Pulgar e Amrabat? Nessuna dimenticanza. Uno è sicuramente una risorsa, l'altro forse (e chissà come). Il cileno sarà l'alternativa a Torreira, perché comunque rimane il più indicato in rosa a fare il playmaker, oltre al giovanissimo Bianco. Ma non solo. Pulgar ha corsa e gamba, sa individuare il passaggio giusto al momento giusto, è abile a intercettare le seconde palle: tutto quello che fa di lui un buon interno nel 4-3-3 ed ecco il motivo per cui Pulgar può giocare anche accanto a Torreira. Quanto ad Amrabat, il discorso è un altro. Acquisto più costoso fino all'arrivo di Nico Gonzalez e scelta personale del presidente Commisso, il nazionale marocchino ha vissuto la prima stagione in viola stritolato proprio tra i meccanismi di un ruolo che non gli apparteneva (vertice basso) e qualche difficoltà d'inserimento, poi l'intervento chirurgico di metà luglio per risolvere la pubalgia ha rimandato l'integrazione nella “nuova” Fiorentina con tutte le conseguenze del caso. Così in questi giorni di Amrabat si parla soprattutto per l'interesse di Atalanta e Napoli: lui sarà risorsa di mercato o valore aggiunto?
«Volevo l’Italia Pradè mi è stato vicino ultimamente più di mio padre»