È la vera erede di Bolt
L’erede di Usain Bolt si chiama Elaine Thompson-Herah. Non ce ne voglia Marcell Jacobs, ma sembra sempre più evidente che a raccogliere l’eredità dell’ex fenomeno giamaicano sia propria la 29enne connazionale Elaine.
Stasera a Losanna potrebbe togliere dall’imbarazzo la federatletica internazionale cancellando dall’albo dei record quel 10”49 sui 100 che la statunitense Florence Griffith-Joyner (per tutti “Flo-Jo”) stabilì ai Trials olimpici di Indianapolis nel 1988 e sul quale gravano da 33 anni i sospetti di un rilevamento del vento fantasma.
Cinque giorni fa a Eugene, Elaine ha divorato i 100 in 10”54, alla velocità media di 34,155 km/h, con un vento favorevole di 0.9 m/s. Arrivando a soli 5 centesimi da quel limite ufficialmente ottenuto in completa assenza di vento in un pomeriggio in cui folate di 5 m/s (ben oltre il consentito per l’omologazione), spingevano Carl Lewis verso tempi monstre validi solo per gli statitici.
Ancora oggi è forte il sospetto che quel giorno l’anemometro non funzionò a dovere in occasione della volata di “Flo-Jo”.
Tanto che sono in molti a ritenere che il vero record dei 100 femminili sia quello stabilito da Elaine sabato scorso. Sulla pista di Losanna, altrettanto veloce quanto quelle di Eugene e di Tokyo (entrambe prodotte dalla Mondo con la tecnologia più avanzata), la giamaicana ha la chance di scrivere la parola fine alla lunga querelle.
Una serie di circostanze inducono a pensare che Elaine possa rosicchiare quei 47 centimetri che ancora la separano dal mito “Flo-Jo”. Intanto perché ai blocchi di partenza ci saranno le prime sei finaliste di Tokyo, tra le quali spicca l’ex regina, la connazionale Shelly-Ann Fraser, anche lei miglioratasi a Eugene, a 34 anni, fino a 10”63. In secondo luogo perché Elaine sa di poter fare ancora meglio sulla scia dell’exploit olimpico.
A Tokyo, infatti, aveva rivinto l’oro dei 100 con il record olimpico (10”61). Non solo, alla doppietta 100-200 di Rio 2016, aveva aggiunto anche il titolo della 4x100. Una riconferma resa ancora più eccezionale dal fatto che dopo cinque anni solo sette atleti erano stati in grado in Giappone di riconfermare l’oro carioca.
Non da ultimo c’è l’effetto delle scarpette iper hi-tech, quelle con una lamina in carbonio nell’intersuola, che fanno guadagnare anche 5-6 centesimi. Andare oltre “FloJo” dopo più di tre decenni potrebbe essere stavolta impresa non impossibile con l’aiuto di un vento generoso, ma non troppo, alle spalle.