THOMPSON INSEGUE LA LEGGENDA DI FLO
«Tutto è possibile, sono cresciuta studiando il suo modo di correre» I segreti: scarpe “alla Jacobs”, la pista super e una frase di Jung
A Losanna la signora delle Olimpiadi tenta l’impresa: battere uno dei record più longevi e discussi, quello dei 100 che la Griffith fissò a 10”49 nel 1988, in una giornata in cui si fermò anche il vento Cinque centesimi da limare per farcela
Nelle pagine più strane e ciniche del grande libro dell'atletica, quelle talvolta intinte nel veleno, si parla di record ammantati di mistero e sospetti. Non ne è estraneo il 10”49 con cui l'allora ventinovenne Florence Griffith-Joyner - la grande, stravagante, infine sfortunata Florence Griffith-Joyner - il 16 luglio del 1988, ai quarti di finale dei trial olimpici stelle-e-strisce di Indianapolis, annientò di quasi tre decimi il precedente primato di 10”76 e cambiò per sempre faccia ai 100 piani al femminile.
Mistero. Perché accanto a quel 10”49 fu riportato uno 0,0 di vento, sebbene la giornata fosse proprio funestata dall'amico/nemico dei velocisti. Sospetti: ossia quelli sul doping che accompagnarono “FloJo” da Seul ’88, poi nella parte finale della sua carriera e della sua vita. E che sospetti rimasero. Stasera, a Losanna, alle 21.07 del ricchissimo programma di Athletissima, la giamaicana Elaine Thompson-Herah proverà nuovamente a battere il mito Griffith. Ossia quell'atleta che nella conferenza stampa di ieri ha definito «un'ispirazione per tutte noi. Solitamente guardo le sue gare, studio quel movimento fluido e quella meccanica che la contraddistinguevano. Cerco di fare lo stesso. Non penso di essere ancora perfetta, ma ci sto lavorando».
POSSIBLE. «Everything is possible», «Tutto è possibile», ha detto Elaine scrollando le spalle, parlando dell'ipotesi di un suo record del mondo. Che arriverebbe anche nel suo caso a ventinove anni, come per FloJo. E che a quel punto senz'altro sarà accompagnato da altri sospetti, come per FloJo. «Se qualche anno fa mi avessero chiesto il record avrei risposto “No, non posso”. Ma il 10”54 di sabato scorso a Eugene ha dimostrato che ora sono vicina, che è possibile». Sospetti: per la bi-olimpionica nei 100 e 200 Thompson, che con quel 10”54 ha ottenuto il secondo tempo di sempre, sono relativi alle famose Nike Air Zoom Maxfly “magiche” o alla pista Mondotrack WS di Tokyo sul cui traguardo si è proiettata in 10”61. Sospetti da cospirazionisti, secondo gli atleti. «Se le mettessi ai piedi di mio figlio non credo che correrebbe tanto», ha detto ieri... Elaine? No, l'ha detto l'avversaria Shelly-Ann Fraser-Pryce, che assieme a Shericka Jackson compone il formidabile trio giamaicano orgoglio di questa “belle epoque” dei 100 donne.
AEREO. Anni strani, quelli della Griffith, in cui si aggiravano esseri mitologici un quarto uomini e tre quarti muscoli bombati come nel caso del canadese Ben Johnson. Anni strani, questi della Thompson, dove molti criticano la tecnologia e chi ne fa uso. Sul banco degli imputati hanno messo anche l'azzurro Marcell Jacobs, che utilizza quelle scarpe con la piastra in fibra di carbonio. Per quanto riguarda la pista, è considerata velocissima (da sempre) anche quella dello Stade Olympique de la Pontaise di Losanna. Elaine Thompson, in risposta ai mugugni, si è fatta immortalare con delle Crocs rosa salendo sul jet privato in partenza per la Svizzera. E ora va all'attacco di quel record che, «onestamente, non era certo nei piani. Sarà bello correre davanti a 12.500 spettatori (30.000 è la capienza, ndr) e non mi preoccupo se, come dicono le previsioni meteo, ci saranno venti gradi. Se sono preparata per il mio lavoro, eseguo il mio lavoro e sarà questo a parlare per me». Mentre sui molto tecnologici social cita persino Jung: «La tua visione diventerà chiara solo quando potrai guardare nel tuo cuore. Chi scruta fuori da esso, sogna; chi scruta dentro, si sveglia».
«Non pensavo che il primato fosse alla mia portata, ma ora ci credo»