Gilli: Premiata dalla Vezzali un’emozione
«Sono convinta che questa medaglia sono venuta a ritirarla, più che a vincerla». A vent’anni, all’esordio assoluto a una Paralimpiade, Carlotta Gilli non aveva nessuna intenzione di nascondersi.
Infatti, dopo la cascata di titoli europei e mondiali collezionati nello strano quinquennio che l’ha condotta fino al gradino più alto del podio di Tokyo, non ha tradito. Il primo oro dell’Italia ai Giochi giapponesi porta la firma della ragazza partita dalla periferia di Torino, più precisamente Moncalieri, per prendersi il mondo.
CAMBIO. Era titubante all’inizio quando ha scoperto il mondo paralimpico, perché non sapeva che cosa l’aspettava. E poi... «Mi è bastata una gara per cambiare idea e capire che se volevo vincere anche nelle gare paralimpiche, dove nuotare più forte che potevo».
L’ha fatto e si è trascinata sul podio anche la compagna Alessia Berra, che ha abbracciato calorosamente sul podio e invitato a spartire il primo gradino durante l’Inno di Mameli. A rendere ancor più magico il momento è stato il fatto che a consegnarle il premio per anni di sacrifici sia stata una dello sport come Valentina Vezzali, presente a Tokyo in rappresentanza del Governo Italiano in quanto Sottosegretario di Stato.
«Ricevere la medaglia da lei è stato qualcosa di fantastico - commenta Carlotta giocando con l’oro appena conquistato -. Ha detto che si è emozionata anche lei guardandoci. Lei sa ben meglio di noi che cosa vuol dire vincere a un’Olimpiade. Questa medaglia pesa, in tutti i sensi, ma il significato che ha è straordinario. Per me era già un sogno venire qua e gareggiare con gli atleti più forti del mondo. Vincere l’oro è il coronamento del desiderio più grande della mia vita».
RETINOPATIA. Sin da quando si era spenta la luce durante l’infanzia con quella retinopatia congenita degenerativa, scoperta soltanto all’età di sei anni e che le ha cambiato la percezione del mondo attorno. Le certezze, Carlotta le ha sempre trovate tuffandosi in acqua, il suo elemento preferito, in cui è riuscita a esprimere tutto ciò che sentiva dal profondo del cuore. «Sicuramente questa medaglia non l'ho vinta solo io, ma anche la mia famiglia, il allenatore, il mio preparatore e le mie società. È stato un anno di sacrificio che è stato assolutamente ripagato. Condividere il podio con Alessia è stato molto emozionante e ora mi voglio godere appieno questa emozione. Ho cominciato benissimo e spero di fare benissimo anche le altre». Ben cinque ulteriori sfide l’attendono, ma Carlotta non ha nessun timore di affrontarle, una dopo l’altra.
«Questo successo pesa, in tutti i sensi: il significato che ha è straordinario»