E Franco Evangelisti fece volare con Alitalia la Nazionale di calcio
Un saluto nostalgico alla Compagnia di Bandiera che se ne va. Fino ai Settanta gli azzurri volavano con Air France, poi…
Italo,ricordiancora?…Dái,ti sembra giusto che la sparizione dell’Alitalia venga salutatacomelachiusurad’una bottega stremata dalla pandemia? Sarà che noi privilegiati ci siamo vissuti sopra una vita ma già mi stava stretta l’idea che la Compagnia di Bandiera fosse rammentata soprattutto quando innalzava la bandiera biancogialla del Vaticano e a bordo ci fossero prima Papa Wojtyla eppoi Papa Francesco a ciacolar coi giornalisti. Non era biancorossoverde la nostra bandiera?
Se interessasse - ma dubito - potrei scrivere un libro sulla “mia” Alitalia che ha contribuito a farmi diventare giornalista, secondo uno slogan che faceva impazzire i colleghi sedentari, mentre io volavo a destra e a manca con lo sport. “Oggi qua, domani là…”. E l’adorabile Patty aggiungeva “Io vado e vivo così…”. Successe anche perché ragazzino avevo cominciato con la LAI, Linee Aeree Italiane, poi fusa con Alitalia. E toccai il cielo con un dito. Nostalgie a parte, fu compagnia di bandiera a tutti gli effetti quando nei primi Settanta il sottosegretario di Stato Franco Evangelisti (ciao, fra’) fece scendere la Nazionale da Air France e le impose Alitalia. Ricordo che alcuni intellettuali del nostro mondo contestarono la decisione perché “su Air France si mangiava meglio”. Sempre patrioti, noi. D’allora ho viaggiato Alitalia in tutto il mondo con grande soddisfazione, trovandola all’altezza del mito del nostro tempo, Lufthansa, ma soprattutto perché i comandanti mi davano sicurezza e il personale di volo piacevole assistenza.Tempi duri, anche, ma Alitalia è stata per me come la coperta di Linus.
Vallo a spiegare ai geni che l’hanno distrutta arricchendosi (non ho abbastanza spazio per fare nomi). L’ultimo viaggio con la Nazionale l’ho fatto molto tempo fa, se ben ricordo nel ‘94, a Tallinn, per Estonia-Italia 0-2. Alla fine del viaggio di ritorno il Ct d’allora Arrigo Sacchi ci baciò tutti. Fu il mio ultimo viaggio con la comitiva azzurra. No, non per colpa di Sacchi ma perché il viaggio “federale” costava troppo. Continuai da solo. Sempre con Alitalia. Tempo fa, in una notte tempestosa, convinsi Montezemolo a salvare dalla rottamazione l’aereo che nell’82 aveva riportato a Roma l’Italia Mondiale. So che è stata conservata la parte in cui Bearzot, Zoff e Causio giocarono a carte con Pertini. È a Volandia, il museo aereo vicino alla Malpensa.