Corriere dello Sport

E Mou esalta la Roma «Tempo ma non troppo»

«Non sono qui per arrivare ottavo, voglio accelerare il processo di crescita: avanti così»

- Di Roberto Maida

Quarta vittoria di fila, eguagliato Varglien. E la squadra fa festa coi tifosi

«Andiamo». Il condottier­o chiama la truppa. E la Roma finisce sotto il settore dei romanisti a festeggiar­e. Vola la maglia di Tammy Abraham, che diventerà un cimelio per il fortunato tifoso che l’ha raccolta: è quella del primo gol in Serie A. José Mourinho si gode invece il verdetto di una serata meno semplice di quanto non racconti la quaterna finale: per un tempo la Salernitan­a ha piazzato il famoso autobus davanti all’area di rigore impedendo agli avversari ogni ricerca della profondità. Ma alla lunga la differenza enorme di valori è venuta a galla. Guidata dalla classe di Lorenzo Pellegrini e dalla compiutezz­a di Veretout, la Roma ha dato un segnale forte di continuità rispetto alle prime uscite: da 7 anni non vinceva le prime due partite di campionato. E Mourinho, che contando anche le coppe è già a quattro su quattro come Alfredo Varglien nel 1952, veleggia con il mare piatto fino al primo approdo, la sosta di settembre. «Sono sempre stato tranquillo, fin dal primo minuto svela - mi ero preoccupat­o contro la Fiorentina quando eravamo in vantaggio. Invece qui ero sereno anche sullo 0-0. Era impossibil­e non vincere, abbiamo dominato giocando davvero bene».

CRESCITA. Come già in precedenza, la Roma ha cambiato marcia nel secondo tempo: «A me era piaciuto anche il primo. Magari non avevamo creato molto ma neppure avevamo concesso qualcosa alla Salernitan­a. Era tutto sotto controllo. Con la palla abbiamo fatto quasi sempre le cose giuste, mettendo personalit­à e pazienza nelle scelte. La squadra ha fiducia, ha sempre mantenuto un’identità di gioco senza guardare al cronometro. Con il nostro possesso li abbiamo stancati e siamo riusciti a sfruttare la profondità, come avevamo provato in allenament­o». Anche Abraham è cresciuto dopo l’intervallo: «Tammy ha giocato bene senza segnare contro Fiorentina e Trabzonspo­r. Stavolta ha trovato qualche difficoltà perché non c’erano spazi contro tre difensori centrali. Nel secondo tempo si è abbassato di più e con maggiore libertà ha dato qualità al gioco, favorendo anche Pellegrini e Mkhitaryan. Anche Carles Perez è stato bravo».

PARAGONE. Sul confronto tra Abraham e Dzeko dice: «Quando Edin è andato via, nessuno era felice. Ma la società ha capito che serviva un grande acquisto per rimpiazzar­lo. Lo scorso anno c’erano Dzeko, che merita un grande rispetto per la carriera che ha avuto, e Borja Mayoral. Ora siamo più forti perché abbiamo anche Abraham e Shomurodov: ci sono tre attaccanti bravi e tante soluzioni diverse».

PERCORSO. Da quando è arrivato Mourinho ha spesso insistito sul concetto di «tempo» per realizzare i progetti. Dopo la quarta vittoria ammette: «Stiamo costruendo un bel gruppo. Magari ci manca un po’ di esperienza in panchina ma è bello lavorare con questi ragazzi. E con questi tifosi che sono incredibil­i. Giocheremo per vincere contro qualunque avversario. Non voglio sentirmi troppo tranquillo: ho chiesto tempo ma vorrei accelerare un po’ il processo. Mica voglio finire settimo od ottavo».

«Abraham? Bene come tutti gli altri In panchina vorrei gente più esperta»

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 ?? LAPRESSE ?? Tammy Abraham, 23 anni, tenta di liberarsi dalla marcatura di Pawel Jaroszynsk­i (27), difensore polacco della Salernitan­a
LAPRESSE Tammy Abraham, 23 anni, tenta di liberarsi dalla marcatura di Pawel Jaroszynsk­i (27), difensore polacco della Salernitan­a

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