Olivier: «S. Siro, che emozione!» Pioli: «Adesso alziamo il livello»
MILANO - Prima esibizione a San Siro e prima ovazione all’uscita dal campo. Serata da ricordare per Giroud. E anche per il Milan che ha potuto tornare a festeggiare in mezzo ai suoi tifosi. L’ultima volta, l’8 marzo 2020, era finita con una sconfitta con il Genoa. Ma quello era un altro Diavolo. Quello di oggi, invece, come confermato dal 4-1 rifilato al Cagliari, è una realtà per il vertice della classifica. E, tornando al centravanti francese, ha trovato un altro elemento in grado di fare la differenza. E, nel frattempo, oltre ad essere il primo rossonero a esordire con la sua doppietta al Meazza dopo Balotelli nel febbraio 2013, ha assestato la prima picconata al tabu della maglia numero 9 del post-Inzaghi. «Sono molto orgoglioso di giocare per il Milan e in questo stadio – ha raccontato Giroud dopo il triplice fischio - E’ stata una grande emozione questa sera (ieri, ndr), ma sono felice soprattutto per la prestazione della squadra. Abbiamo fatto il nostro calcio, trovando un’ottima connessione in campo. Avremmo potuto segnare di più, con il supporto della gente che è stato davvero incedibile».
IN ATTESA DI IBRA. La personalità dei campioni si vede anche nello scansare la scaramanzia. «Non sono superstizioso: credo in me stesso e nelle mie capacità. Da piccolo guardavo Van Basten, Papin e Inzaghi e sono contento di indossare questa maglia». Da classico bomber, non ha pensato di lasciare ad altri il rigore. «Sono il primo della lista, avevo già segnato e avrei potuto far tirare Hernandez, ma volevo un altro gol». Infine, un pensiero per Ibrahimovic: «Voglio giocare con lui, ma sono felice di farlo anche con i miei compagni. Quella di stasera (ieri, ndr) è stata una grande partita. Spero che accada lo stesso anche con Ibra. Non conta chi giocherà, ma sarà importante rispettare le scelte dell’allenatore».
ALTRI DUE ACQUISTI. Il Cagliari è stato stroncato da un primo tempo quasi perfetto. L’ultima volta in cui il Milan aveva segnato 4 reti in un tempo risaliva al 2011 e l’avversario era il Chievo. «La squadra ha giocato con ritmo, qualità e con le idee chiare – ha sottolineato Pioli - Finora avevamo segnato poco. Significa che stavolta ci siamo mossi con qualità, lucidità e siamo stati più concreti. Ma per la Champions servirà alzare ancora di più il livello». Tutti hanno risposto presente, anche coloro che sulla carta non sarebbero titolari. «Se vogliamo avere un futuro importante, tutti devono sentirsi tali. Sto facendo fatica a fare le scelte, anche perché poi rientreranno giocatori importanti, e forse arriveranno altri due calciatori. Giroud e Ibra assieme? Non ci sono preclusioni. Dipendere dalle loro condizioni e dal tipo di partita. Cos’ho detto a Leão? Continuare così. Avrebbe voluto stare in campo fino alla fine».
MESSAGGIO. Prima di andare a San Siro, la squadra rossonera era stata raggiunta da una videochiamata di Gazidis, ancora negli Usa per il suo ciclo di cure. «Siete un gruppo di cui essere orgogliosi – è stato il messaggio dell’ad rossonero - Un gruppo che ha sempre dimostrato grande qualità. Ma soprattutto che ha evidenziato uno spirito di unità e una volontà speciali. Questi fattori insieme consolidano la forza della squadra e permettono di superare tutte le sfide».