È un’Inter gran riserva gol e assist con i cambi
Correa assicura in attacco quella rotazione venuta meno un anno fa per gli stop di Sanchez. Jolly Dimarco, Sensi rinato, Vidal rigenerato
La squadra titolare ha perso Lukaku e Hakimi ma Inzaghi rispetto a Conte può fare affidamento su alcune soluzioni in più da sfruttare durante la partita
Tre reti e un assist. In due partite, con la concretezza dei numeri, è stata questa la produzione della panchina nerazzurra. Poi c’è tutto il resto, perché con il Verona, con il risultato fermo sull’11, i cambi hanno dato una svolta alla gara, aggiungendo idee, freschezza e qualità. Mentre gli avversari, nonostante le sostituzioni, arretravano causa energie in esaurimento. Senza più Lukaku e Hakimi, l’Inter ha certamente perso qualcosa nella squadra titolare, ma la rosa sembra aver aumentato la quantità e la qualità delle alternative. E quando puoi pescare in un certo modo dalla panchina, potendo beneficiare di 5 sostituzioni, diventa più semplice gestire le forze tra i diversi impegni che si succederanno in stagione – l’inizio della Champions, alla ripresa post-nazionali, sarà una prima verifica in tal senso -, ma Inzaghi avrà anche modo di ribaltare situazioni complicate, modificando o correggendo l’assetto della squadra.
12° E 13° UOMO. In vetrina, da questo punto di vista, sono finiti proprio gli autori delle reti e dell’assist già citati, vale a dire Correa (doppietta al Bentegodi) e Vidal (gol e passaggio vincente per Dzeko con il Genoa). In aggiunta, a Verona, il cileno ha lanciato splendidamente Darmian, che poi ha crossato per l’incornata decisiva del “Tucu”. Beh, l’anno scorso Conte non aveva una terza punta come l’argentino.
C’era, anzi c’è ancora, Sanchez, che però ha funzionato, ed evidentemente funziona ancora, ad intermittenza. Insomma, Correa è nei fatti un valore aggiunto, che in aggiunta consentirà di avvicendare senza patimenti sia Dzeko sia Lautaro. Vidal, invece, è come se non ci fosse stato nella sua prima annata nerazzurra: da titolare, il suo rendimento non è stato all’altezza, poi, retrocesso a rincalzo, si è fermato per operarsi al ginocchio.
Beh, quello visto in queste prime due gare è un altro giocatore: vivo, presente e pure determinante.
QUALITÀ E DUTTILITÀ. Per Sensi vale più o meno lo stesso discorso, visto che è stato più infermeria che a disposizione di Conte. La nuova stagione, però, è cominciata in un altro modo. L’ex Sassuolo è stato subito titolare con il Genoa, dimostrando di poter essere un jolly anche per l’attacco, entrando poi in corsa con il Verona. Evidentemente, dipenderà dalla salute, ma la sua qualità in panchina è senza dubbio una risorsa che poche squadre possono vantare. Anche il mancino di velluto di Dimarco è una dote non banale. Inzaghi l’ha subito notato e apprezzato.
Sui calci piazzati può essere micidiale, ma anche la sua duttilità sarà preziosa, potendo agire sia da esterno sinistro sia da braccetto in difesa, grazie all’addestramento di Juric. L’anno scorso sono stati Perisic e Young a dividersi la corsia mancina, significa che Dimarco è un plus.
CHE ABBONDANZA. Ma non è finita qui, perché, ad esempio, Vecino, nell’annata è passata, abile e arruolabile lo è stato solo da febbraio inoltrato, mentre in questa siamo già a 2 presenze su 2. E Inzaghi ha subito messo in chiaro di volerci puntare per le sue doti di incursore. E a completare il quadro ci sono i vari Gagliardini, che dopo il guaio al ginocchio uscirà dai box proprio alla ripresa del campionato, D’Ambrosio, Ranocchia e Kolarov, ovvero la linea di difesa alternativa. Che, però, alla luce del rendimento del terzetto titolare, ossia il muro Skriniar-De Vrij-Bastoni, è quella che potrebbe trovare meno spazio. Nulla di scontato, comunque, Inzaghi ha già dimostrato di avere l’abitudine di pescare dalla panchina, ma anche di non trascurare il turn-over. L’importante sarà farsi trovare pronti. E chissà che gli ultimi sgoccioli di mercato non regalino qualche altra novità. Anche se la società continua a negare nuovi innesti.
Simone sa leggere le partite in corsa E sa come gestire al meglio il turnover