Corriere dello Sport

È un’Inter gran riserva gol e assist con i cambi

Correa assicura in attacco quella rotazione venuta meno un anno fa per gli stop di Sanchez. Jolly Dimarco, Sensi rinato, Vidal rigenerato

- Di Pietro Guadagno

La squadra titolare ha perso Lukaku e Hakimi ma Inzaghi rispetto a Conte può fare affidament­o su alcune soluzioni in più da sfruttare durante la partita

Tre reti e un assist. In due partite, con la concretezz­a dei numeri, è stata questa la produzione della panchina nerazzurra. Poi c’è tutto il resto, perché con il Verona, con il risultato fermo sull’11, i cambi hanno dato una svolta alla gara, aggiungend­o idee, freschezza e qualità. Mentre gli avversari, nonostante le sostituzio­ni, arretravan­o causa energie in esauriment­o. Senza più Lukaku e Hakimi, l’Inter ha certamente perso qualcosa nella squadra titolare, ma la rosa sembra aver aumentato la quantità e la qualità delle alternativ­e. E quando puoi pescare in un certo modo dalla panchina, potendo beneficiar­e di 5 sostituzio­ni, diventa più semplice gestire le forze tra i diversi impegni che si succederan­no in stagione – l’inizio della Champions, alla ripresa post-nazionali, sarà una prima verifica in tal senso -, ma Inzaghi avrà anche modo di ribaltare situazioni complicate, modificand­o o correggend­o l’assetto della squadra.

12° E 13° UOMO. In vetrina, da questo punto di vista, sono finiti proprio gli autori delle reti e dell’assist già citati, vale a dire Correa (doppietta al Bentegodi) e Vidal (gol e passaggio vincente per Dzeko con il Genoa). In aggiunta, a Verona, il cileno ha lanciato splendidam­ente Darmian, che poi ha crossato per l’incornata decisiva del “Tucu”. Beh, l’anno scorso Conte non aveva una terza punta come l’argentino.

C’era, anzi c’è ancora, Sanchez, che però ha funzionato, ed evidenteme­nte funziona ancora, ad intermitte­nza. Insomma, Correa è nei fatti un valore aggiunto, che in aggiunta consentirà di avvicendar­e senza patimenti sia Dzeko sia Lautaro. Vidal, invece, è come se non ci fosse stato nella sua prima annata nerazzurra: da titolare, il suo rendimento non è stato all’altezza, poi, retrocesso a rincalzo, si è fermato per operarsi al ginocchio.

Beh, quello visto in queste prime due gare è un altro giocatore: vivo, presente e pure determinan­te.

QUALITÀ E DUTTILITÀ. Per Sensi vale più o meno lo stesso discorso, visto che è stato più infermeria che a disposizio­ne di Conte. La nuova stagione, però, è cominciata in un altro modo. L’ex Sassuolo è stato subito titolare con il Genoa, dimostrand­o di poter essere un jolly anche per l’attacco, entrando poi in corsa con il Verona. Evidenteme­nte, dipenderà dalla salute, ma la sua qualità in panchina è senza dubbio una risorsa che poche squadre possono vantare. Anche il mancino di velluto di Dimarco è una dote non banale. Inzaghi l’ha subito notato e apprezzato.

Sui calci piazzati può essere micidiale, ma anche la sua duttilità sarà preziosa, potendo agire sia da esterno sinistro sia da braccetto in difesa, grazie all’addestrame­nto di Juric. L’anno scorso sono stati Perisic e Young a dividersi la corsia mancina, significa che Dimarco è un plus.

CHE ABBONDANZA. Ma non è finita qui, perché, ad esempio, Vecino, nell’annata è passata, abile e arruolabil­e lo è stato solo da febbraio inoltrato, mentre in questa siamo già a 2 presenze su 2. E Inzaghi ha subito messo in chiaro di volerci puntare per le sue doti di incursore. E a completare il quadro ci sono i vari Gagliardin­i, che dopo il guaio al ginocchio uscirà dai box proprio alla ripresa del campionato, D’Ambrosio, Ranocchia e Kolarov, ovvero la linea di difesa alternativ­a. Che, però, alla luce del rendimento del terzetto titolare, ossia il muro Skriniar-De Vrij-Bastoni, è quella che potrebbe trovare meno spazio. Nulla di scontato, comunque, Inzaghi ha già dimostrato di avere l’abitudine di pescare dalla panchina, ma anche di non trascurare il turn-over. L’importante sarà farsi trovare pronti. E chissà che gli ultimi sgoccioli di mercato non regalino qualche altra novità. Anche se la società continua a negare nuovi innesti.

Simone sa leggere le partite in corsa E sa come gestire al meglio il turnover

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GETTY IMAGES Abbraccio di gruppo a Correa

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