A Firenze già tutti pazzi di super Nico
Dribbling, accelerazioni e gol l’argentino ha conquistato i tifosi viola anche con l’ironia: «La pressione? Forse la misura il medico, io gioco solo a calcio»
Primo per duelli vinti, dieci. E primo (anche stavolta, dopo la gara dell’Olimpico) per falli subiti, 7. Nicolas “Speedy” Gonzalez ha corso più veloce del topolino e ha già fatto innamorare tutti: accelerate sulla fascia, uno contro uno, dribbling uno dietro l’altro, attenzione in fase di copertura e gol. A dispetto della giovane età, 23 anni, si è già scoperto leader. Oltre ad una buona dose d’ironia, che a Firenze è sempre carta vincente. Perché la pressione per essere l’acquisto più costoso della storia del club, spiega, lui non la sente affatto. «Forse la misura il medico: io devo solo giocare a calcio e dimostrare così il mio valore». L’altra sera lo ha celebrato il Franchi, con un coro dedicato, «Nico, Nico», e anche dall’altra parte dell’oceano i suoi numeri non sono passati inosservati. Lo ha visto pure il Ct Scaloni che dopo averlo considerato un elemento chiave della Seleccion che ha conquistato l’ultima Coppa America, adesso si prepara a sfruttare le sue qualità nel triplo turno di qualificazione in vista del prossimo Mondiale in Qatar.
I NUMERI. Nico ha festeggiato subito sui social - «Felicissimo per la vittoria nel nostro stadio davanti ai nostri tifosi, forza viola» - prima di concedersi un “asado” con il connazionale Martinez Quarta, magari ripensando insieme a lui ai numeri della gara appena conclusa. Sì, perché negli 85 minuti giocati ha fatto valere la sua legge: un gol realizzato con l’unico tiro nello specchio, un’occasione creata (per Callejon), quattro cross su azione e due palloni recuperati. Niente male per uno appena sbarcato in Serie A, alla sua seconda partita nel campionato italiano. Aveva già fatto intravedere spunti interessanti in Coppa Italia, contro il Cosenza, con una rete di testa e un assist per il sinistro di Vlahovic: adesso, però, ha aggiunto altre tessere al suo prezioso mosaico.
ORGOGLIO ARGENTINO. Di certo, ha reso orgogliosa la sua gente, in particolare i dirigenti del primo club, l’Argentinos Juniors, lo stesso dove sono cresciuti campioni come Cambiasso, Riquelme, Redondo e, soprattutto, Diego Armando Maradona. I sacrifici fatti dal Gonzalez ragazzino, lì, nel “Semillero del Mundo”, nessuno li ha dimenticati. Dalle sei ore di viaggio in bus, tra andata e ritorno, per raggiungere Barrio “Bajo Flores” ed allenarsi, fino alla tentazione di mollare, salvo poi desistere in nome di quell’amore sconfinato per il pallone. Nicolas ha fatto tesoro di ogni situazione, provando sempre a dare il meglio di sé. Come quando, in Nazionale, contro il Paraguay, si è andato a sistemare sì sulla corsia mancina, ma in difesa, al posto dell’infortunato Tagliafico, risultando disinvolto al pari di un veterano.
UN PASSO IN PIÙ. È proprio su questa sua versatilità che Italiano, dal suo ritorno a Firenze e in vista della gara contro l’Atalanta, continuerà a fare leva. Il tecnico viola predilige sfruttare le qualità dei propri giocatori utilizzandoli a “piedi invertiti” e con Gonzalez su questo particolare ci sta lavorando. La prossima sfida è quella di renderlo ancora più imprevedibile spostandolo a destra per permettergli di accentrarsi e scaricare così il suo sinistro diabolico. I risultati, c’è da scommetterci, non tarderanno ad arrivare. Del resto, il feeling che si è instaurato tra il tecnico e lo spogliatoio è di quelli capaci di trasformarsi in valore aggiunto e Nicolas è pronto a approfittarne. Vuole mettersi sulla scia dei grandi argentini che hanno fatto la storia della Viola e non intende perdere tempo. Questo è solo l’inizio.
Per renderlo ancora più imprevedibile Italiano potrebbe spostarlo a destra