Esterno d’attacco: è stallo viola
Quarantotto ore, cioè oggi e domani, in cui il mercato servirà per decidere le ultime destinazioni, per spostare arrivi e partenze, magari per fare in fretta e furia quello che non è stato fatto in due mesi. Quarantotto ore in cui il mercato della Fiorentina nulla più dovrebbe riservare e il condizionale, anche di fronte a rassicurazioni che somigliano a certezze categoriche, è dovuto proprio alle traiettorie spesso incontrollabili delle trattative.
SOLOUNSOGNO. Domenico Berardi è destinato a rimanere un pensiero onirico più che un piano concreto, anche se il club viola a un certo punto ha provato ad infilarsi nello
“stargate” per varcare la porta di un mondo che sarebbe stato calcisticamente fantastico e non fantascientifico con il tridente Berardi-Vlahovic-Gonzalez: la richiesta (soprattutto) da trentacinque milioni e oltre del Sassuolo e il poco tempo a disposizione hanno rinviato e non abortito il progetto. In parallelo, è andato avanti il corteggiamento per Riccardo Orsolini, perché l’esterno offensivo era comunque l’obiettivo finale da inseguire e se possibile raggiungere, in questo caso a condizioni economiche differenti e più abbordabili, però i contatti e gli agganci susseguiti con il Bologna non hanno dato l’esito sperato: la distanza tra domanda e offerta mai si è ridotta al punto da spostare gli equilibri e metterli in discesa, così anche Orsolini sta gradualmente scivolando via. Sempre per le traiettorie imprevedibili del mercato, il punto e la parola fine si potranno usare solo domani sera alle 20, ma la Fiorentina aspetterà quel momento da spettatrice solo interessata a quello che succede - se succede - intorno ai due. Il discorso vale anche per Messias, nome che a rotazioni cicliche torna ad orbitare intorno al pianeta Fiorentina.
PORTE CHIUSE. E per il mercato in uscita? In linea teorica è sempre la stessa musica. Ventotto elementi sono in rosa al momento (compresi i tre portieri) e ventotto dovrebbero rimanere fino a gennaio, ma gli osservati speciali per eventuali cessioni in extremis ora sono essenzialmente due: Amrabat e Duncan. Già il termine extremis dà l’idea di una possibilità abbastanza remota, poi il Torino non si è proposto con autorevolezza per il Nazionale marocchino, la cui preferenza tuttavia andava all’Atalanta (che si è defilata dopo aver scelto Koopmeiners) e in subordine al Napoli (che non ha finora affondato il colpo). Anche per Duncan c’è (c’era) bisogno di una offerta mirata ed effettiva, ad esempio del Verona che è la società che ha mostrato il gradimento maggiore, ma senza la decisione necessaria per chiudere l’affare e portare il centrocampista ghanese alla corte di Di Francesco.
Messias è per ora solo un’ipotesi Amrabat e Duncan dovrebbero restare