Corriere dello Sport

Lo scudetto si vince con il gioco

- di Alberto Polverosi

Giocano tutte, tranne la Juve (per ora). Giocano palla a terra, pressing alto, usano linee verticali, palleggian­o rapide e insistenti. Dopo due giornate non siamo ancora nel terreno dei giudizi, per adesso sono sensazioni, ma sono tutte buone. Forse l’Europeo, o meglio, il triennio di Mancini in azzurro, ha lasciato una traccia profonda sul calcio italiano, un esempio, un’ispirazion­e. E forse c’è anche un maggior rispetto per la gente.

Giocano tutte, tranne la Juve (per ora). Giocano palla a terra, pressing alto, usano linee verticali, palleggian­o rapide e insistenti. Dopo due giornate non siamo ancora nel terreno dei giudizi, per adesso sono sensazioni, ma sono tutte buone. Forse l’Europeo, o meglio, il triennio di Mancini in azzurro, ha lasciato una traccia profonda sul calcio italiano, un esempio, un’ispirazion­e. E forse c’è anche un maggior rispetto per la gente tornata in tribuna, come un riconoscim­ento alla sua fedeltà e alla sua passione. Gioca l’Inter col suo calcio arioso, la Lazio esplodendo di gol, il Napoli che piega la resistenza del Genoa, il Milan che giganteggi­a col Cagliari, la Roma che segna a raffica, ma giocano anche quelle del piano inferiore, la nuova Fiorentina furoreggia­nte, l’Empoli che travolge negli spazi, il Sassuolo. Qualche anno fa, quando Sarri allenava il Napoli e Allegri vinceva con la Juve, i partiti si spaccavano su due fronti, da una parte il calcio scintillan­te di Maurizio, dall’altra il calcio concreto e vincente di Max. Ora, uscito di scena un altro concreto e vincente come Conte, la maggioranz­a dei tecnici sta transitand­o sul versante sarriano.

Su quel fronte non c’è la Juve, ma il suo problema è che per il momento non è nemmeno sull’altro fronte, quello del vecchio Allegri. Il labiale colto nel colloquio fra il tecnico e Chiellini è incerto, ma “non è una squadra” è comunque la sintesi di 120 minuti di Juve, ovvero, il secondo tempo di Udine e la partita con l’Empoli tolto il primo quarto d’ora. La sensazione è che negli ultimi due anni (o forse anche negli ultimi tre) abbia perso la certezza, la compattezz­a, l’identità di squadra per la presenza di Ronaldo. Era un gruppo di giocatori in delega, palla a lui e chi s’è visto s’è visto. Per queste ragioni e anche per altre (Mancuso ha girato a rete in piena libertà in area piccola) urge il rientro in pianta stabile di Chiellini, non come consiglier­e, ma come difensore. Solo una breve consideraz­ione a margine della sconfitta bianconera: quando perde una grande, si prende tutto lo spazio sui giornali e sulle tv e non è giusto, non è per niente giusto. Quello che ha fatto l’Empoli a Torino è stato grandioso.

La Juve è a -5 da Lazio, Roma, Inter e Milan, ma soprattutt­o è a -5 dal Napoli che alla ripresa la ospiterà al Maradona: se Allegri perde, sono guai. Sono squadre che hanno cambiato faccia, l’Inter è passata dalla sua prevedibil­e forza (di Lukaku) a una forte imprevedib­ilità, il Milan è maturato, il Napoli ha una feroce concentraz­ione, la Lazio furoreggia, la Roma ha idee e carattere. Questo scudetto si giocherà col gioco...

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