Lo scudetto si vince con il gioco
Giocano tutte, tranne la Juve (per ora). Giocano palla a terra, pressing alto, usano linee verticali, palleggiano rapide e insistenti. Dopo due giornate non siamo ancora nel terreno dei giudizi, per adesso sono sensazioni, ma sono tutte buone. Forse l’Europeo, o meglio, il triennio di Mancini in azzurro, ha lasciato una traccia profonda sul calcio italiano, un esempio, un’ispirazione. E forse c’è anche un maggior rispetto per la gente.
Giocano tutte, tranne la Juve (per ora). Giocano palla a terra, pressing alto, usano linee verticali, palleggiano rapide e insistenti. Dopo due giornate non siamo ancora nel terreno dei giudizi, per adesso sono sensazioni, ma sono tutte buone. Forse l’Europeo, o meglio, il triennio di Mancini in azzurro, ha lasciato una traccia profonda sul calcio italiano, un esempio, un’ispirazione. E forse c’è anche un maggior rispetto per la gente tornata in tribuna, come un riconoscimento alla sua fedeltà e alla sua passione. Gioca l’Inter col suo calcio arioso, la Lazio esplodendo di gol, il Napoli che piega la resistenza del Genoa, il Milan che giganteggia col Cagliari, la Roma che segna a raffica, ma giocano anche quelle del piano inferiore, la nuova Fiorentina furoreggiante, l’Empoli che travolge negli spazi, il Sassuolo. Qualche anno fa, quando Sarri allenava il Napoli e Allegri vinceva con la Juve, i partiti si spaccavano su due fronti, da una parte il calcio scintillante di Maurizio, dall’altra il calcio concreto e vincente di Max. Ora, uscito di scena un altro concreto e vincente come Conte, la maggioranza dei tecnici sta transitando sul versante sarriano.
Su quel fronte non c’è la Juve, ma il suo problema è che per il momento non è nemmeno sull’altro fronte, quello del vecchio Allegri. Il labiale colto nel colloquio fra il tecnico e Chiellini è incerto, ma “non è una squadra” è comunque la sintesi di 120 minuti di Juve, ovvero, il secondo tempo di Udine e la partita con l’Empoli tolto il primo quarto d’ora. La sensazione è che negli ultimi due anni (o forse anche negli ultimi tre) abbia perso la certezza, la compattezza, l’identità di squadra per la presenza di Ronaldo. Era un gruppo di giocatori in delega, palla a lui e chi s’è visto s’è visto. Per queste ragioni e anche per altre (Mancuso ha girato a rete in piena libertà in area piccola) urge il rientro in pianta stabile di Chiellini, non come consigliere, ma come difensore. Solo una breve considerazione a margine della sconfitta bianconera: quando perde una grande, si prende tutto lo spazio sui giornali e sulle tv e non è giusto, non è per niente giusto. Quello che ha fatto l’Empoli a Torino è stato grandioso.
La Juve è a -5 da Lazio, Roma, Inter e Milan, ma soprattutto è a -5 dal Napoli che alla ripresa la ospiterà al Maradona: se Allegri perde, sono guai. Sono squadre che hanno cambiato faccia, l’Inter è passata dalla sua prevedibile forza (di Lukaku) a una forte imprevedibilità, il Milan è maturato, il Napoli ha una feroce concentrazione, la Lazio furoreggia, la Roma ha idee e carattere. Questo scudetto si giocherà col gioco...