Corriere dello Sport

Tardelli: Juve, tre anni di errori

«Il primo è stato mandare via Allegri, poi la gestione del caso Marotta e ora l’addio a Ronaldo: ma chi segna?» Mercato: volata Witsel-Pjanic

- di Nicola Balice

«Non è squadra». Il giorno dopo a rimbombare sono quasi più queste parole, sussurate da Giorgio Chiellini a Max Allegri in pieno Juventus-Empoli, che i fischi assordanti del pubblico dell'Allianz Stadium. Sono piovuti già nell'intervallo, hanno sommerso le uscite di scena di Adrien Rabiot e Rodrigo Bentancur, hanno infine bocciato senza appello tutta la squadra quando il triplice fischio dell'arbitro ha fissato la sentenza della sconfitta. Ma la sentenza, quella più pesante, è proprio nel labiale pizzicato dalle telecamere e diventato virale sui social, lascia poco spazio all'interpreta­zione anche se in questi casi può restare il beneficio del dubbio.

Restano delle riflession­i immediate, le stesse effettuate già subito dopo la partita. Precise richieste di Allegri sul mercato, in entrata e in uscita, restavano solo poche ore per sistemare un organico che ha tante lacune e molti difetti. Tamponati solo in parte negli ultimi tre anni dalla presenza di Cristiano Ronaldo, mal sopportato ma pur sempre un fuoriclass­e da 101 gol in 134 partite. Forse non lo era nemmeno con lui, la prima versione senza CR7 intanto va proprio giudicata così: non è squadra.

TUTTO SBAGLIATO. Duro anche

Leonardo Bonucci, ha scelto Instagram per dire la sua sul flop bianconero di sabato sera: «La Juve non è quella di ieri (sabato, ndr). Ora lavorare e fare fatti». In effetti è stata troppo fragile per essere vera, una Juve tutta sbagliata. Leggera e ballerina dietro, insicura, persino immobile in occasione del gol di Leonardo Mancuso: la difesa però è questa e non cambierà, ma dopo la sosta rientrerà nelle rotazioni lo stesso

Chiellini e pure Danilo potrà tornare al suo posto. In attacco preoccupa il fatto che nonostante gli assoli di Federico Chiesa e qualche guizzo di Paulo Dybala (andato sotto la Curva Sud a chiedere scusa) non sia arrivato nemmeno un gol contro il piccolo e giovane Empoli, i miracoli di un super Vicario non possono essere né alibi né motivazion­e.

È però a centrocamp­o che la Juve non è adeguata, infortuni e ritardo di condizione sono solo una parte del problema, la verità è che il solo Manuel Locatelli non può bastare per cambiare volto a un reparto progressiv­amente diventato l'anello debole. Mischiando il tutto viene fuori una Juve che non ha superato la crisi della scorsa stagione, un solo punto in due partite rappresent­a un bottino che nemmeno il più pessimista avrebbe potuto prevedere, Allegri si trova così costretto

a inseguire tutti e la vetta è distante addirittur­a cinque punti.

TERREMOTO CR7. Le riflession­i non possono bastare, bisogna agire. La Juve deve farlo prima che sia troppo tardi, il clima da “day after” d'altronde era iniziato ben prima del ko con l'Empoli. La sconfitta è infatti arrivata il giorno dopo la fuga di Ronaldo, ci si aspettava una reazione d'orgoglio dei bianconeri che al contrario si sono sciolti alla prima difficoltà, confermand­o come il terremoto di CR7 abbia condiziona­to e pure parecchio tutto lo spogliatoi­o. Subito dopo la parparto avanzato, in termini di gol, pericolosi­tà, alternativ­e e peso in area di rigore.

Il pensiero corre quindi a Parigi, casa di Mauro Icardi. L’idea di riportare l’argentino in serie A è ancora viva nei dirigenti bianconeri, soprattutt­o dopo quanto (non) visto sabato sera, ma la missione resta, in ogni caso, complicata. Non soltanto per la tempistica a disposizio­ne ma anche per i contorni economici dell’operazione e il suo legame con il futuro di Mbappé. La Juve ha già provato nei giorni scorsi ad imbastire la discussion­e con il Paris Saint-Germain sulla base di un prestito. Proposta respinta al mittente, perché la richiesta iniziale è di 50 milioni. Alla Continassa, però, non hanno perso le speranze e potrebbero tentare ancora l’affondo in queste ultime 48 ore di mercato. Bisognereb­be, nel caso, ammorbidir­e la posizione del Psg e trovare un’intesa che dovrebbe unire al prestito l’obbligo di riscatto. Succederà? tita è stato chiaro a tutti quanto questa Juve sia ancora impreparat­a sotto ogni punto di vista, la sola presenza di Allegri non fa miracoli e bisogna intervenir­e. La prima decisione intanto è stata quella di lasciare liberi tutti i giocatori che non andranno via per le nazionali, solo mercoledì primo settembre riprendera­nno gli allenament­i. Sarà un altro “day after”, sarà il giorno dopo la chiusura del mercato. Che la Juve dovrà sfruttare fino all'ultimo. Perché quella di sabato, quella di oggi, sempliceme­nte non è squadra.

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