Tardelli: Juve, tre anni di errori
«Il primo è stato mandare via Allegri, poi la gestione del caso Marotta e ora l’addio a Ronaldo: ma chi segna?» Mercato: volata Witsel-Pjanic
«Non è squadra». Il giorno dopo a rimbombare sono quasi più queste parole, sussurate da Giorgio Chiellini a Max Allegri in pieno Juventus-Empoli, che i fischi assordanti del pubblico dell'Allianz Stadium. Sono piovuti già nell'intervallo, hanno sommerso le uscite di scena di Adrien Rabiot e Rodrigo Bentancur, hanno infine bocciato senza appello tutta la squadra quando il triplice fischio dell'arbitro ha fissato la sentenza della sconfitta. Ma la sentenza, quella più pesante, è proprio nel labiale pizzicato dalle telecamere e diventato virale sui social, lascia poco spazio all'interpretazione anche se in questi casi può restare il beneficio del dubbio.
Restano delle riflessioni immediate, le stesse effettuate già subito dopo la partita. Precise richieste di Allegri sul mercato, in entrata e in uscita, restavano solo poche ore per sistemare un organico che ha tante lacune e molti difetti. Tamponati solo in parte negli ultimi tre anni dalla presenza di Cristiano Ronaldo, mal sopportato ma pur sempre un fuoriclasse da 101 gol in 134 partite. Forse non lo era nemmeno con lui, la prima versione senza CR7 intanto va proprio giudicata così: non è squadra.
TUTTO SBAGLIATO. Duro anche
Leonardo Bonucci, ha scelto Instagram per dire la sua sul flop bianconero di sabato sera: «La Juve non è quella di ieri (sabato, ndr). Ora lavorare e fare fatti». In effetti è stata troppo fragile per essere vera, una Juve tutta sbagliata. Leggera e ballerina dietro, insicura, persino immobile in occasione del gol di Leonardo Mancuso: la difesa però è questa e non cambierà, ma dopo la sosta rientrerà nelle rotazioni lo stesso
Chiellini e pure Danilo potrà tornare al suo posto. In attacco preoccupa il fatto che nonostante gli assoli di Federico Chiesa e qualche guizzo di Paulo Dybala (andato sotto la Curva Sud a chiedere scusa) non sia arrivato nemmeno un gol contro il piccolo e giovane Empoli, i miracoli di un super Vicario non possono essere né alibi né motivazione.
È però a centrocampo che la Juve non è adeguata, infortuni e ritardo di condizione sono solo una parte del problema, la verità è che il solo Manuel Locatelli non può bastare per cambiare volto a un reparto progressivamente diventato l'anello debole. Mischiando il tutto viene fuori una Juve che non ha superato la crisi della scorsa stagione, un solo punto in due partite rappresenta un bottino che nemmeno il più pessimista avrebbe potuto prevedere, Allegri si trova così costretto
a inseguire tutti e la vetta è distante addirittura cinque punti.
TERREMOTO CR7. Le riflessioni non possono bastare, bisogna agire. La Juve deve farlo prima che sia troppo tardi, il clima da “day after” d'altronde era iniziato ben prima del ko con l'Empoli. La sconfitta è infatti arrivata il giorno dopo la fuga di Ronaldo, ci si aspettava una reazione d'orgoglio dei bianconeri che al contrario si sono sciolti alla prima difficoltà, confermando come il terremoto di CR7 abbia condizionato e pure parecchio tutto lo spogliatoio. Subito dopo la parparto avanzato, in termini di gol, pericolosità, alternative e peso in area di rigore.
Il pensiero corre quindi a Parigi, casa di Mauro Icardi. L’idea di riportare l’argentino in serie A è ancora viva nei dirigenti bianconeri, soprattutto dopo quanto (non) visto sabato sera, ma la missione resta, in ogni caso, complicata. Non soltanto per la tempistica a disposizione ma anche per i contorni economici dell’operazione e il suo legame con il futuro di Mbappé. La Juve ha già provato nei giorni scorsi ad imbastire la discussione con il Paris Saint-Germain sulla base di un prestito. Proposta respinta al mittente, perché la richiesta iniziale è di 50 milioni. Alla Continassa, però, non hanno perso le speranze e potrebbero tentare ancora l’affondo in queste ultime 48 ore di mercato. Bisognerebbe, nel caso, ammorbidire la posizione del Psg e trovare un’intesa che dovrebbe unire al prestito l’obbligo di riscatto. Succederà? tita è stato chiaro a tutti quanto questa Juve sia ancora impreparata sotto ogni punto di vista, la sola presenza di Allegri non fa miracoli e bisogna intervenire. La prima decisione intanto è stata quella di lasciare liberi tutti i giocatori che non andranno via per le nazionali, solo mercoledì primo settembre riprenderanno gli allenamenti. Sarà un altro “day after”, sarà il giorno dopo la chiusura del mercato. Che la Juve dovrà sfruttare fino all'ultimo. Perché quella di sabato, quella di oggi, semplicemente non è squadra.