È UNA ROMA DA SOGNO
Nella ripresa i giallorossi travolgono la Salernitana: azioni corali, colpi geniali e quattro reti che servono a restare nel gruppo delle grandi al comando a quota 6 e a rilanciare le ambizioni Dopo lo 0-0 del primo tempo, gli uomini di Mou si scatenano:
La Roma c’è. La squadra di Mourinho vince a Salerno per 4-0, rovinando la festa ai granata, tornati a giocare in serie A davanti al proprio pubblico dopo 23 anni. I giallorossi hanno dovuto avere pazienza per scardinare l’impianto difensivo organizzato da Castori, che ha imbrigliato la Roma per i primi 45 minuti. Lorenzo Pellegrini ha sbloccato il risultato e ha fissato il 4-0 finale, è stato decisivo con una doppietta, ha dimostrato di poter essere utile anche in fase realizzativa, ha giocato sempre intorno ad Abraham, si è fatto trovare pronto in area. Veretout e l’inglese hanno reso più pesante il passivo per la Salernitana, ancora incompleta. Castori si aspetta qualche rinforzo nelle ultime ore di mercato, perché con questo organico è dura affrontare la serie A.
PRIMO TEMPO COMPLICATO. E’ stata una partita difficile solo per un tempo, proprio come Mourinho aveva previsto. Come l’aveva studiata durante la settimana, ha dovuto aspettare per venirne a capo, per trovare soluzioni per far breccia nella difesa granitica della Salernitana. La Roma ha avuto quasi l’80 per cento di possesso palla, in controtendenza rispetto alle prime tre partite ufficiali (le due contro il Trabzonspor e quella contro la Fiorentina), quando aveva lasciato agli avversari il pallino del gioco, ma riuscendo a colpire in profondità con improvvise verticalizzazioni. Invece a Salerno per la prima volta Mourinho ha affrontato una squadra con la difesa a tre, che in fase di non possesso si è posizionata con un 5-4-1, affidando a Mamadou Koulibaly e Obi il compito di assistere Bonazzoli, ma soprattutto quello di fare densità a centrocampo e interrompere le linee di passaggio della Roma. Il centravanti alla fine ha fatto reparto da solo, provando a sfruttare qualsiasi palla sporca e gli spazi che raramente la difesa giallorossa ha concesso.
La Roma ha faticato a trovare gli spazi e ha giocato poco su Abraham, bloccato spesso da due avversari. Karsdorp ha tentato il cross, superando spesso Ruggeri, ma l’area della Salernitana è stata sempre intasata e la manovra è risultata troppo lenta. Un diagonale in apertura di Viña e un colpo di testa di Mancini al 20' sono state le uniche due occasioni del primo tempo.
GOLEADA NELLA RIPRESA. Era evidente che non sarebbe bastata la Roma del primo tempo. Solo un episodio avrebbe potuto spezzare l’equilibrio. Ed è arrivato dopo tre minuti, per il primo sbandamento della difesa della Salernitana. Viña ha pescato Pellegrini dentro l’area, Aya se l’è perso, il sinistro del capitano ha trovato
Belec impreparato. Da quel momento è stata un’altra partita, perché la Salernitana è stata costretta a uscire dal fortino. Due minuti dopo è arrivato il raddoppio, al termine della migliore azione della partita, tutta in velocità: l’ha avviata Abraham, con l’assist di Mkhitaryan per Veretout, al terzo gol in due partite. A questo punto la Roma ha potuto gestire, nella situazione che le è più congeniale. Bonazzoli ha sbagliato la migliore occasione all’8' e a quel punto Castori ha inserito Simy, ancora a corto di preparazione, per dare più peso all’attacco, con il 3-5-2. Ma il cambio non ha prodotto risultati, tanto che Rui Patricio non ha fatto neppure una parata. La Roma ha colpito altre due volte: al 24' con Abraham, al suo primo gol in maglia giallorossa, che appena dentro l’area su passaggio di Perez ha sfruttato lo spazio che gli ha concesso Gyomber; e infine Pellegrini ha chiuso la partita al 34' con un tiro da fuori sul passaggio di Veretout, che ha recuperato un pallone che Abraham aveva calciato male. Alla fine la squadra ha festeggiato con i tifosi, al ritorno in trasferta dopo il Covid.