San Siro, una serata da dimenticare presi di mira anche gli spagnoli
Consegnato all’arbitro Kuipers il premio Campanati Gravina: Riconoscimento al modello che rappresenta autorevolezza nella direzione però con il sorriso
Al di là del trattamento riservato a Donnarumma, comunque controproducente, è stata un’occasione persa. Il tifo azzurro a San Siro avrebbe potuto distinguersi, mettere da parte vecchie e pessime abitudini. E, invece, ecco che non appena dagli altoparlanti di San Siro è partito l’inno spagnolo, immediatamente sono scattati i soli fischi e boati. Era l’opportunità per dimostrare sportività e accoglienza, peraltro in un contesto di elevato prestigio come una semifinale di Nations League. Invece, non c’è stato nulla da fare. Anche se poi, mentre la musica scorreva, qualcuno ha pensato bene di applaudire, spegnendo i più maleducati. Forse c’era da aspettarselo, alla luce di come erano stati accolti i giocatori di Luis Enrique nel momento in cui sono comparsi sul terreno di gioco o quando lo speaker ha annunciato le formazioni. Se non altro, in quel frangente, almeno il tecnico delle “Furie Rosse” è stato risparmiato. A ogni modo, i tifosi ospiti non si sono preoccupati più di tanto per il trattamento subìto: sparsi per tutto lo stadio, hanno continuato a cantare e saltare con le bandiere in mano. L’altro aspetto negativo della serata è che gli azzurri non hanno ricevuto un’adeguata spinta dalla gente, che aveva cantato a squarciagola l’inno di Mameli, aiutata anche dagli schermi che trasmettevano il testo, impedendo errori come nei migliori karaoke. Quando la partita è iniziata, e soprattutto nel momento di maggior bisogno e necessità, la carica è venuta meno. Vero che San Siro era solo pieno a metà. Ma Inter e Milan, contro Real Madrid e Liverpool avevano giocato in un’atmosfera ben diversa...
SORRISO. Quando San Siro ave