«Bella chance e questa volta gioco in casa»
Deschamps: «A Torino quasi metà della mia carriera da calciatore Dimentichiamo gli ultimi risultati»
INVIATO A TORINO - In questa città lui si sente a casa. «Per me Torino è speciale: ci ho passato cinque anni, quasi la metà della mia carriera da calciatore, e uno da allenatore. Sono contento di essere qui anche se lo stadio è diverso e ha cambiato pure nome (da Delle Alpi ad Allianz Stadium, ndr). Ho rivisto tante persone che conosco e che sono miei amici. E' stato bello. Torino è la mia seconda casa». Frasi studiate per “intercettare” il tifo degli juventini? Didier Deschamps non è tipo da certi “giochetti”, anche perché sa bene che i transalpini non sono tra i più amati in Italia. Il suo sentimento verso Torino è sembrato vero, la testimonianza di un passato che non dimentica, ma per il quale stasera non ci sarà spazio. Il ct sa benissimo che, dopo un Europeo brutto e carico di polemiche in patria, la sua formazione deve riscattarsi portando a casa un trofeo. L'ombra di Zidane è minacciosa anche per chi ha vinto la Coppa del Mondo nel 2018 e il miglior modo per allontanarla, arrivando così con tranquillità alla Coppa del Mondo dell'autunno prossimo, sarebbe quello di vincere domenica la seconda edizione della Nations.
Anche perché a settembre, nelle prime due gare di qualificazione a Qatar 2022, sono arrivati due pari contro Bosnia e Ucraina. «Alle scorse Final Four - ha ricordato il tecnico - non siamo riusciti a qualificarci, mentre stavolta ce l'abbiamo fatta andando a vincere in casa del Portogallo. Siamo qui per far bene sia contro il Belgio sia nell'eventuale finalissima di domenica. Ai due pareggi di settembre non pensiamo più».
SEMIFINALE RUSSA. La conferenza di Didier è stata quasi tutta incentrata su un'altra semifinale, quella del Mondiale 2018 decisa dal colpo di testa di Umtiti su corner di Griezmann. Quel successo permise alla Francia di giocarsi la finale, poi vinta contro la Croazia, e di laurearsi campione del mondo. «Ciò che accadrà domani (stasera, ndr) - ha continuato - non cambierà la storia. Quella era una semifinale e questa... un'altra. Tra le due squadre c'è una bella rivalità perché si conoscono bene. Il Belgio è un avversario di qualità che ha un attacco molto forte, ma questo non vuol dire che negli altri reparti sia debole. Anzi... Lukaku, Eden Hazard e De Bruyne sono tre top player, ma non sono gli unici pericoli. Rispetto tutta la loro squadra e Roberto Martinez, un tecnico molto preparato».
TUTTO SU MBAPPÉ. Deschamps non avrà Kanté, fermato dal Covid, e neppure Coman, che sta recuperando dall'operazione al cuore, ma ci sarà Mbappé che non ha nascosto la sua amarezza sia per come è stato trattato dall'opinione pubblica dopo il rigore sbagliato contro la Svizzera sia per il mancato supporto avuto dalla Federazione. «Io lo vedo felice di essere con noi e non ho letto le sue dichiarazioni perché ho parlato direttamente con lui. Può cambiare squadra la prossima estate? Voglio proprio vedere quale club avrà i soldi necessari per prendere un calciatore forte come lui... Sento in Mbappé e in tutti tanta energia e voglia di far bene». Di tattica, invece, Deschamps non ha parlato: 4-3-3 o 3-4-1-2? La difesa a tre schierata nell'ultima gara vinta contro la Finlandia sembra favorita. In questo caso i fratelli Hernandez, il milanista Theo e Lucas del Bayern Monaco, giocherebbero insieme dal 1'.
«Vedo Mbappé felice di essere qui Siamo tutti carichi, vogliamo la finale»