«Berrettini e Sinner, la forza della diversità»
«Importante non avere le stesse caratteristiche. Giocare insieme fa crescere e fa bene alla Davis»
L’idea, nata prima dello US Open, è durata più di un flirt estivo. Matteo Berrettini e Jannik Sinner, che si allenano spesso insieme, giocheranno in doppio a Indian Wells. La coppia piace a Diego Nargiso, ex numero 25 del mondo nella specialità in cui ha vinto cinque titoli, giocato i quarti allo US Open e rappresentato l’Italia venticinque volte in Coppa Davis tra il 1988 e il 2000.
Con il suo passato di specialista e l’occhio del commentatore tv, comevedelacoppiaBerrettini-Sinner dal punto di vista tecnico? «Sono due giocatori molto diversi, ed è importante. Berrettini è un po’ più performante al servizio e sicuramente copre la rete meglio di Sinner, ha un po’ più di mano. Al contrario, Jannik può offrire una migliore solidità in risposta. Come coppia potrebbero ricordare un po’ me e Camporese. Servivamo bene entrambi, io ero più esplosivo a rete, lui più potente da dietro».
Oggi cosa serve a una coppia di doppio per funzionare?
«Serve una certa presenza dal punto di vista della solidità da fondo, perché non si gioca più soltanto davanti come un tempo. La forza dei colpi da fondo, non solo in risposta, è ormai imprescindibile. Poi credo che il servizio stia diventando sempre più importante, e sia Berrettini sia Sinner possono servire davvero bene».
A Indian Wells giocherà in doppio anche Simone Bolelli, che ha proprio queste caratteristiche. «Simone è un giocatore che serve bene, che ha un diritto devastante da fondo e può anche fare bene da fondo. E’ molto fisico»
Bolelli è pienamente in corsa per le Nitto ATP Finals di Torino insieme all’argentino Maximo Gonzalez.Unacoppiaancorapiùeterogenea di Bolelli-Sinner, è d’accordo? «Assolutamente sì. E’ proprio questa grande varietà che oggi dà l’opportunità di fare risultato. Perché non incontri più giocatori che fanno solo serve and volley, ma ce ne sono molti che, quando servono la seconda soprattutto, ti fanno scambiare di più. Ed è ancora più evidente sulla terra o sul cemento».
Negliultimiannisiètornatiadavere coppie stabili al vertice del rankingdidoppio.TornandoaunacoppiacomeBerrettini-Sinner,condue singolaristiinsieme,chepotenzialità può avere?
«Enorme, se hanno intenzione di giocare. Anche se il profilo del singolarista che vuole giocare anche il doppio è sempre più raro, perché il singolare è spintissimo dal punto di vista fisico».
Secondo lei, può essere anche un investimento in chiave Davis? «Sicuramente lo è. Credo che sia Sinner sia Berrettini lo facciano soprattutto per la propria crescita, per il proprio interesse tecnico. Perché entrambi possono completare il proprio gioco attraverso la parte in avanti. E il doppio è una grande occasione per poterla affinare».
La presenza di campioni di richiamo può rendere il doppio di nuovo popolare?
«Sono convinto che se esistesse un ranking combinato singolare-doppio, con l’obbligo di giocarli entrambi, in testa ci sarebbero lo stesso giocatori come Tsitsipas, Medvedev, Zverev. Giocatori che però fanno il doppio solo quando hanno bisogno di un particolare allenamento o di far crescere il proprio tennis. E i campioni che fanno una scelta di specialità, dedicandosi solo al doppio, vengono identificati dal pubblico come tennisti meno importanti».
«Jannik lo vedrei anche bene in coppia con Bolelli: grande varietà»