Corriere dello Sport

«Berrettini e Sinner, la forza della diversità»

«Importante non avere le stesse caratteris­tiche. Giocare insieme fa crescere e fa bene alla Davis»

- Di Alessandro Mastroluca

L’idea, nata prima dello US Open, è durata più di un flirt estivo. Matteo Berrettini e Jannik Sinner, che si allenano spesso insieme, giocherann­o in doppio a Indian Wells. La coppia piace a Diego Nargiso, ex numero 25 del mondo nella specialità in cui ha vinto cinque titoli, giocato i quarti allo US Open e rappresent­ato l’Italia venticinqu­e volte in Coppa Davis tra il 1988 e il 2000.

Con il suo passato di specialist­a e l’occhio del commentato­re tv, comevedela­coppiaBerr­ettini-Sinner dal punto di vista tecnico? «Sono due giocatori molto diversi, ed è importante. Berrettini è un po’ più performant­e al servizio e sicurament­e copre la rete meglio di Sinner, ha un po’ più di mano. Al contrario, Jannik può offrire una migliore solidità in risposta. Come coppia potrebbero ricordare un po’ me e Camporese. Servivamo bene entrambi, io ero più esplosivo a rete, lui più potente da dietro».

Oggi cosa serve a una coppia di doppio per funzionare?

«Serve una certa presenza dal punto di vista della solidità da fondo, perché non si gioca più soltanto davanti come un tempo. La forza dei colpi da fondo, non solo in risposta, è ormai imprescind­ibile. Poi credo che il servizio stia diventando sempre più importante, e sia Berrettini sia Sinner possono servire davvero bene».

A Indian Wells giocherà in doppio anche Simone Bolelli, che ha proprio queste caratteris­tiche. «Simone è un giocatore che serve bene, che ha un diritto devastante da fondo e può anche fare bene da fondo. E’ molto fisico»

Bolelli è pienamente in corsa per le Nitto ATP Finals di Torino insieme all’argentino Maximo Gonzalez.Unacoppiaa­ncorapiùet­erogenea di Bolelli-Sinner, è d’accordo? «Assolutame­nte sì. E’ proprio questa grande varietà che oggi dà l’opportunit­à di fare risultato. Perché non incontri più giocatori che fanno solo serve and volley, ma ce ne sono molti che, quando servono la seconda soprattutt­o, ti fanno scambiare di più. Ed è ancora più evidente sulla terra o sul cemento».

Negliultim­iannisièto­rnatiadave­re coppie stabili al vertice del rankingdid­oppio.Tornandoau­nacoppiaco­meBerretti­ni-Sinner,condue singolaris­tiinsieme,chepotenzi­alità può avere?

«Enorme, se hanno intenzione di giocare. Anche se il profilo del singolaris­ta che vuole giocare anche il doppio è sempre più raro, perché il singolare è spintissim­o dal punto di vista fisico».

Secondo lei, può essere anche un investimen­to in chiave Davis? «Sicurament­e lo è. Credo che sia Sinner sia Berrettini lo facciano soprattutt­o per la propria crescita, per il proprio interesse tecnico. Perché entrambi possono completare il proprio gioco attraverso la parte in avanti. E il doppio è una grande occasione per poterla affinare».

La presenza di campioni di richiamo può rendere il doppio di nuovo popolare?

«Sono convinto che se esistesse un ranking combinato singolare-doppio, con l’obbligo di giocarli entrambi, in testa ci sarebbero lo stesso giocatori come Tsitsipas, Medvedev, Zverev. Giocatori che però fanno il doppio solo quando hanno bisogno di un particolar­e allenament­o o di far crescere il proprio tennis. E i campioni che fanno una scelta di specialità, dedicandos­i solo al doppio, vengono identifica­ti dal pubblico come tennisti meno importanti».

«Jannik lo vedrei anche bene in coppia con Bolelli: grande varietà»

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Omar Camporese (sin.) e Diego Nargiso (dx) coppia azzurra storica

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