Ciro con la Svizzera e ci riprova Belotti Mai più il falso nove
La formula del tridente leggero solo in corsa. Torna il capitano della Lazio, ieri difeso dal fratello «Ora a chi volete dare la colpa?»
Dov’eravamo rimasti con Ciro d’Italia? Stadio Olimpico, mercoledì 16 giugno, la palla raccolta da Toloi e sparata in rete per il 3-0 alla Svizzera di Petkovic, celebrando con un turno d’anticipo l’ingresso agli ottavi: era l’annuncio di una galoppata che ci avrebbe condotto sino a Wembley. Da dove ripartirà la storia azzurra di Immobile? Di nuovo a Roma, sotto casa. Abita a Monte Mario, villa di tre piani, dalla terrazza vede lo stadio delle notti magiche e in cui ha segnato raffiche di gol, compresi gli ultimi due in Nazionale, all’alba del trionfo europeo. Appuntamento fissato al 12 novembre, ancora con la Svizzera, questa volta guidata dal nuovo ct Yakin: è l’ultima curva verso il Mondiale e chissà come ci arriveremo. Ora comandiamo il girone con sei punti di vantaggio, primato non ancora al sicuro. Due partite in meno per la Nati: domani a Ginevra con l’Irlanda del Nord e martedì a Vilnius con la Lituania, tenterà l’aggancio al vertice. Qualificazione garantita solo alle vincenti dei dieci gironi, altrimenti bisognerà guadagnare un biglietto per il Qatar attraverso gli spareggi.
Mancini attende il pieno recupero dei due attaccanti dell’Europeo per mettere al sicuro il Mondiale 2022
SOLO IN CORSA. Mancini ripartirà dalle certezze. La Nations e il confronto impari con la Spagna hanno forse segnato un confine e il definitivo tramonto del “falso nove”, riproposto dall’inizio tre anni dopo il primo tentativo con Bernardeschi a Danzica per affrontare la Polonia. Il ct ci ha riprovato con lo juventino e poi con Insigne, virando verso la formula utilizzata a Wembley con il capitano del Napoli tra le linee. Formula da adottare in corsa, mai pienamente convincente. Per ora il ct preferisce sfruttare la corsa di Chiesa come esterno, non lo vede centravanti. Il 12 novembre, con la Svizzera, serviranno lavoro sporco, sportellate, presenza offensiva. Quello che Immobile e Belotti sanno fare. Mancini tornerà ad affidarsi ai centravanti che gli hanno permesso, lottando e correndo dentro una squadra leggerina, di vincere l’Europeo. Ciro, fermo per una lesione ai flessori, attende gli esami per capire se potrà giocare alla ripresa con l’Inter. Sogna un altro gol alla Svizzera per agganciare Toni e Vialli a quota 16 nella storia azzurra, spezzando un digiuno lungo cinque mesi. Tante, troppe critiche. Ieri, su Instagram, è uscito in sua difesa il fratello Luigi. «E ora? A chi diamo la colpa? Il capro espiatorio non c’è!!!» sottolineando il ko con la Spagna. Dopo la sosta tornerà anche Belotti, votato alla staffetta. Ovviamente Mancini
attenderà il pieno recupero del Gallo, fermo da fine agosto per un trauma al perone. Quei due, i soliti due, con Raspadori e Kean prime carte di riserva.
SCAMACCA E LUCCA. Al futuro Mancini ci penserà dopo essersi garantito l’ingresso in Qatar. Ha seguito, gli piace e nel finale con la Lituania, lo scorso 8 settembre, ha fatto esordire Gianluca Scamacca, classe ‘99. L’attaccante romano, però, non ha ancora trovato continuità di impiego con il Sassuolo. Dionisi, in uno sfiancante turnover, lo sta alternando a Raspadori. Entrambi stanno soffrendo la concorrenza di Defrel, titolare in due delle ultime tre partite di campionato. In Serie B con il Pisa sta esplodendo l’esordiente Lorenzo Lucca, 6 gol in 7 giornate: il gigante di Moncalieri (è alto due metri) s’è rivelato dopo le scintille in C con il Palermo e un campionato Primavera con il Brescia. Nicolato gli ha consegnato subito l’Under 21. Mancini lo tiene d’occhio, attende conferme. La tentazione di chiamarlo a sorpresa, come accadde con Zaniolo, esiste. Prima bisognerà battere la Svizzera. Poi ci sarà tempo e modo di sperimentare.
Ciro Immobile
Scamacca gioca poco nel Sassuolo Lucca da chiamare con il Qatar al sicuro