Corriere dello Sport

«Raspadori? Sì, è una risorsa e mi ci rivedo»

Galderisi ammette: «È un “piccoletto” come me, alcune qualità come quella di muoversi spalle alla porta confermano che è un giovane molto interessan­te»

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di una gara, e contano tanto. E anche soffrendo, nel primo tempo, le cose sono in definitiva state determinat­e da due episodi chiave, a nostro svantaggio». Il palo di Bernardesc­hi e il rosso a Bonucci.

«Più che il palo, dico la palla gol meraviglio­sa capitata sui piedi di Insigne, che in genere certe occasioni non le sbaglia. Saremmo andati sull’1-1. Invece poi è arrivata la seconda ammonizion­e a Leo, e lì il match ha preso un verso preciso e sfavorevol­e. Eppure penso che questa è una di quelle sconfitte che ti fa capire la tua forza di base».

Un ko positivo sotto quale punto di vista?

«Lo spirito della squadra dato da Mancini si è visto tutto nella ripresa. Il rischio di una goleada era concreto. Invece anche grazie ai cambi l’Italia è stata protagonis­ta. Rinunciand­o al contro palleggio obbligato dall’inferiorit­à numerica, con Kean, Locatelli e Pellegrini siamo andati a riattaccar­e lo spazio. Il 2-1 non è nato per caso, grazie alla forza di Chiesa».

Ecco, Chiesa. Per come la vede lei, Fede può essere una prima punta per questa Nazionale così come pensa Allegri nella Juve? «Io penso che dipenda da come costruisce la squadra. E questa Juve non lavora certo come l’Italia di Mancini. Chiesa ha tante ottime caratteris­tiche che possono essere sfruttate da un allenatore. Resta sempre centrale il detto di Bagnoli. In azzurro serve un attaccante che sappia dialogare, in questa Juve invece uno che sfrutti lo spazio che si crea nella metà campo aversaria».

Le piace il gioco di Max? Non sono pochi a storcere il naso. «Guardi, in questo momento se il gioco non piace a qualcuno non deve importare, men che meno ad Allegri. Alla Juve serviva ritrovare solidità e compattezz­a. Eppoi sfruttare le caratteris­tiche degli uomini. Se hai Cuadrado, Kulusewski, Bernardesc­hi, Chiesa, lo stesso Morata cosa c’è di meglio che aspettare e ripartire in campo aperto? Magari se tu avessi Bettega e Paolo Rossi sarebbe diverso. Che giocatori! Se ripenso ai loro allenament­i...»

Se invece le chiedo quanto possa essere paragonato a lei un attaccante come Raspadori? «Torniamo alla questione dei piccoletti... È verò, rivedo alcune qualità. Per come si muove, anche spalle alla porta. Sa giocare al calcio, come dice Mancini, dentro e fuori area. Ma non è il raffronto con me che conta. Raspadori è un ragazzo molto interessan­te, di prospettiv­a. E ha la fortuna di poter crescere nel posto giusto a Sassuolo, dove si lavora bene suoi giovani».

Certo la Spagna in questo senso è davvero un altro pianeta: “malati” di tattica noi, di tecnica loro. «In effetti la loro è una scuola, meglio, un’università. Giocano semplice, in movimento, con qualità, palleggian­do, difendendo, attaccando. Il nostro sogno tattico italiano resta sempre quello di trovare il modo di andare in porta con tre passaggi... Certo, vedere sbocciare talenti come Gavi o ammirare un fenomeno come Busquets riempie gli occhi».

Rispetto alla semifinale di Wembley all’Italia mancavano i due centravant­i titolari: Belotti e soprattutt­o Immobile. Cosa pensa delle critiche che spesso hanno accompagna­to il bomber laziale in azzurro?

«Che Ciro abbia numeri da Scarpa d’oro nel club e meno “pesanti” in azzurro è oggettivo. Questa cosa per uno così forte a me un po’ sorprenden­te, dato che lui i gol li sa fare eccome. In genere a me le accuse agli attaccanti in funzione del gol hanno sempre dato fastidio. Guardiamo prima a come uno si muove, come lavora per la squadra. Forse Immobile in Nazionale deve fare qualcosa di più e qualcosa di meno. Meno generoso e un po’ più cattivo». Ma se noi le chiediamo chi sarà il centravant­i dell’Italia ai Mondiali?

«Voi li vedete così vicini? Penso ci sia tempo per poter valutare. Ma in questo momento giro la domanda: c’è qualcuno rimasto fuori, con tutti gli stranieri che occupano quel ruolo nei nostri club? Siamo campioni d’Europa, con Immobile e Belotti. Adesso ci sono Kean e Raspadori da seguire e da fare crescere, aspettando magari una sorpresa, che spesso c’è stata»

Come accadde a lei, a 23 anni, campione con il Verona, preferito da Bearzot a Paolo Rossi per Messico 1986. E se lei ripensa a Paolo Rossi...

«A Paolo non ripenso. Ci penso sempre, è qui con me. Lo sapete bene. Non mi stanco di ripetere quanto la mia e la sua storia siano intrecciat­e, che privilegio è stato averlo avuto come esempio, come mito, come compagno, intreccian­do le nostre storie tra Juve e Nazionale. E sempre più sono convinto che non ci potrà essere un altro come lui. La sua atipicità consiste nel fatto che era un uomo-campione, fedele alla sua umiltà e serenità, non solo uno straordina­rio bomber».

L’ex centravant­i analizza il reparto offensivo e non esclude sorprese in vista del Mondiale

«Chiesa? Nella Juve serve uno che sfrutti gli spazi, in nazionale uno che sappia dialogare»

«Immobile è meno “pesante” in azzurro Questo mi sorprende perché Ciro i gol li sa fare»

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Raspadori, tifoso dell’Inter, è cresciuto nelle giovanili del Sassuolo: quarantano­ve partite in prima squadra
 ?? ?? Giuseppe “Nanu” Galderisi, 58 anni, ha disputato dieci partite con la nazionale maggiore
Giuseppe “Nanu” Galderisi, 58 anni, ha disputato dieci partite con la nazionale maggiore
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GETTY IMAGES Lorenzo Pellegrini, 25 anni, durante un allenament­o
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