Corriere dello Sport

Decidono tutto i Friedkin così è finita l’era Pallotta

La proprietà, sempre presente, non delega. Nella nuova Roma ci sarà spazio solo per dirigenti dal profilo “mite”. Il frontman sarà solo Mou

- Di Roberto Maida

Non è finita finché non è finita. Anche Francesco Calvo, dirigente addetto al marketing, sta per risolvere il contratto con la Roma. Significa rivoluzion­e, termine abusato ma assai appropriat­o in questo contesto: la compagine dirigenzia­le formata dalla presidenza Pallotta non esiste più. Dopo l’addio soft di Guido Fienga, che sarà sostituito da Pietro Berardi nelle funzioni di amministra­tore delegato del club, restano soltanto poche figure a rappresent­are la continuità: Vito Scala, storico preparator­e atletico di Totti e oggi dirigente addetto agli arbitri; Morgan De Sanctis, che è il vice di Tiago Pinto nell’area sportiva e ha meritato da poco il rinnovo del contratto; Bruno Conti, che è un simbolo e un talent scout di cui i Friedkin non si sono voluti privare.

Dopo l’addio di Fienga si completa la lunga rivoluzion­e del club che ora punta all’equilibrio

FILOSOFIA. Il resto, compreso il Cda che si avvia alle ultime modifiche, è completame­nte ispirato dalla nuova proprietà. Che in una visione industrial­e, di lungo periodo, ha posto le basi per una distribuzi­one delle competenze precisa: a ognuno un piccolo lembo di stoffa. Ma poi ogni decisione, anche la più banale, passa per i boss. Con Pallotta l’organizzaz­ione non era mai stata verticisti­ca, se non altro per l’assenza fisica del padrone. Tra gli uffici di Trigoria e quelli ormai in dismission­e dell’Eur erano in tanti a sgomitare per far valere le proprie idee, in un tourbillon di manager che si sono arricchiti e dileguati. I centri di potere denunciati un giorno da Walter Sabatini, con Franco Baldini presidente-ombra dall’eremo di Chelsea, hanno creato confusione e malumori, sbagli e ribaltoni, che Pallotta non ha saputo/voluto domare in prima persona. Nelle intenzioni dei Friedkin tutto ciò non è accettabil­e. I Friedkin ascoltano tutti per scegliere meglio, per capire, ma a un certo punto vanno per la loro strada: uno dei motivi della rottura con Fienga è stato la divergenza sui diritti televisivi, tra Dazn e i fondi.

IL NOI. Nella Roma non ci sarà più spazio per figure ingombrant­i ed egocentric­he. A parte Mourinho, che è stato preso apposta per essere il frontman del gruppo. Immaginate una rock band in cui il cantante sia sempre al centro dei riflettori, assumendos­i l’onere e l’onore del ruolo. Ecco, quello è Mourinho, un allenatore troppo grande per poter essere oscurato. Ma i dirigenti sono tutti bravi e discreti musicisti dell’orchestra: dal general manager Tiago Pinto, profilo molto più mite rispetto a Sabatini o Monchi, ai nuovi innesti che hanno riempito i vari comparti, come l’uomo dello stadio Scalera o il responsabi­le del settore giovanile Vergine. Anche Berardi, c’è da credere, risponderà agli stessi requisiti del famoso algoritmo: siamo tutti utili, nessuno è indispensa­bile.

IL BILANCIO. Le prime sfide che i Friedkin devono vincere con la nuova squadra dirigenzia­le sono l’equilibrio finanziari­o e la costruzion­e dello stadio. Del resto una cosa può aiutare l’altra. Aspettando che il nuovo sindaco si insedi, con la votazione per il ballottagg­io che cade nel giorno di Juventus-Roma, la proprietà si prepara ad approvare il sofferente bilancio chiuso il 30 giugno. Le perdite sono molto elevate, si avvicinera­nno ai 200 milioni, ai quali vanno aggiunti i debiti che viaggiano su cifre quasi doppie. Ma i Friedkin, dopo aver già investito 500 milioni, predisporr­anno un nuovo aumento di capitale, auspicando che la riapertura degli stadi consenta al club di aumentare i ricavi in tempi relativame­nte rapidi. Da questo punto di vista la Roma di Mourinho è un modello virtuoso: l’Olimpico è stato sempre pieno con la capienza al 50%. Con l’aumento al 75% la società rimetterà in vendita gli abbonament­i, che permettera­nno di incassare subito denaro fresco. E se la squadra torna in Champions dopo tre anni di distacco, si accenderà quel circuito virtuoso che darebbe nuovo vigore agli investimen­ti.

Saluta anche Calvo, dirigente addetto all’area del marketing

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GETTY IMAGES Dan e Ryan Friedkin in tribuna allo stadio Olimpico
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Il nuovo Ceo, Pietro Berardi

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