Ancora oro Milan non si ferma più
Il piccolo del quartetto di Tokyo (21 anni) si laurea anche campione d’Europa nell’inseguimento
Ventuno anni appena compiuti e già sei medaglie al collo tra Olimpiadi, Mondiali ed Europei. Jonathan Milan ha fame di emergere, è il volto vincente di una nuova generazione che abbina strada e pista nel segno di una multidisciplinarietà all’avanguardia. Friulano di Buja, un corazziere di 195 centimetri, al primo anno da professionista. Ieri ha conquistato l’oro nell’inseguimento individuale agli Europei di Grenchen, migliorando l’argento conquistato un anno fa a Plovdiv nella medesima rassegna.
Milan è uno dei fantastici quattro in grado di conquistare l’oro nell’inseguimento a squadre a Tokyo, disciplina che l’anno scorso gli aveva regalato anche un bronzo ai Mondiali di Berlino. E ieri l’ennesima conquista per coronare un’altra giornata da sogno che lo aveva visto già al mattino involarsi con il suo miglior tempo personale di sempre, un 4’05’’.750 di primissimo livello. In serata ha completato l’opera in finale contro il russo Gonov.
LE LACRIME. Un dominio costruito giro dopo giro che l’ha condotto a otto secondi di vantaggio e poi addirittura a doppiare l’avversario prima del traguardo. Ha indicato il c.t. Marco Villa, l’ha raggiunto per abbracciarlo ed è scoppiato in lacrime. «Ho recuperato bene dalle tre cadute alla Parigi-Roubaix
- ha raccontato il talentuoso classe 2000 nato a Tolmezzo - Sarebbe stato un peccato saltare questa manifestazione perché sono ancora giovane e ho bisogno di fare esperienze del genere. Sono riuscito a superare me stesso, avevo la certezza che con un 4’06’’ mi sarei garantito comunque la finale, ma nonostante tutto sono andato oltre. Ho trovato risposte che hanno superato le mie aspettative perché ultimamente avevo trascurato l’inseguimento individuale. A Tokyo ci avevamo dato dentro con il quartetto, poi mi ero concentrato sulla strada e questa specialità non aveva trovato spazio per le gare a livello internazionale».
Milan ha raccontato anche un aneddoto legato alle ore antecedenti la finale, con il c.t. Villa rimastogli alle costole per spronarlo ad alimentarsi: «Marco mi conosce, sa rimettermi in riga. Io purtroppo in queste occasioni mi faccio prendere dall’ansia e dalla tensione. Mi isolo e rischio di dimenticare i piccoli dettagli».
MILAN E GANNA. Poco dopo la premiazione è arrivata anche l’incoronazione di Filippo Ganna, collega e soprattutto amico di Milan: «La differenza tra me e lui è che io alla sua età non facevo quei tempi - ha scherzato il piemontese - Devo sbrigarmi con i record perché Jonathan ha già la strada spianata verso il futuro».
BARBIERI DI BRONZO. La serata di ieri si è conclusa poi nel migliore dei modi con un’altra medaglia, il bronzo conquistato da Rachele Barbieri nell’Omnium. La modenese classe 1997 è riuscita a giocarsela fino alla fine in una gara dominata dalla britannica Archibald e nell’ultima prova, la gara a punti, ha conservato il terzo posto passando da 98 a 118 punti.
Soddisfatto il c.t. Villa, che buon sperare in vista dei Mondiali
imminenti: «La pista ormai rappresenta una solida realtà per il ciclismo italiano. Lo testimonia anche la crescita poderosa di Milan, che l’anno scorso a Plovdiv aveva pagato la stanchezza e in finale aveva perso proprio sul più bello. Ora guardiamo avanti, l’Europeo potrebbe regalarci altre grandi emozioni. Tutti i ragazzi stanno migliorando a vista d’occhio e certi tempi registrati in gara sono il sintomo della grande maturità acquisita».
ORGOGLIO SALVOLDI. Tante note liete anche per Dino Salvoldi, commissario tecnico della selezione femminile: «Prima Paternoster e poi Barbieri mi hanno reso orgoglioso, lottando fino alla fine. Lo stesso ha fatto il quartetto nell’inseguimento e tutti questi sono segnali incoraggianti in vista dell’Olimpiade a Parigi tra due anni e mezzo. Il tempo è dalla nostra parte». quartetto femminile) e un bronzo (Barbieri).