«La mia Inter non può permettersi certi cali»
Inzaghi: «La prestazione c’è stata ma una squadra come la nostra deve gestire meglio e chiuderla»
Una giornata che è stata come un frullatore di emozioni. Il problema, per Inzaghi, è che è finita nel peggiore dei modi. La sconfitta, infatti, è un boccone amaro da buttare giù, che non può essere cancellato dagli applausi dell'Olimpico. Il tecnico nerazzurro, però, ha l’onestà di non prendersela per quel pallone non messo fuori dalla Lazio e da cui, poi, è nato il del sorpasso. Il suo dito, invece, è puntato sull’incapacità della sua squadra di capitalizzare una superiorità che a inizio ripresa, fino al pari di Immobile, era parsa netta. «Non si può perdere una gara del genere - sottolinea -. E’ stata la migliore delle ultime uscite. E una squadra come la nostra, in vantaggio per 1-0, deve fare il secondo gol, ammazzare la partita e portare a casa i 3 punti». Invece, «abbiamo gestito male certe situazioni, sbagliando l’ultimo passaggio o la rifinitura».
NON DOVEVA ACCADERE. Tutto è crollato sul raddoppio di Felipe Anderson, che ha incendiato gli animi e il finale di partita. «Io non mi soffermerei tanto su questo episodio. E’ vero che è stato strano, visto che abbiamo preso gol proprio nella zona in cui c’era un nostro giocatore a terra. Ovviamente è stato decisivo, ma può capitare che l’arbitro non interrompa il gioco. Ha il dovere di farlo solo se c’è stato un colpo alla testa. E gli avversari possono non mettere fuori il pallone, anche se nel primo tempio era accaduto il contrario. L’Inter ha continuato a giocare? Ma Lautaro non poteva vedere Dimarco, che era alle sue spalle». E l’ulteriore colpa dei nerazzurri è aver perso la testa, compromettendo la possibilità di strappare comunque il pareggio. «Non deve succedere: dovevamo restare concentrati nonostante gli eventi - insiste Inzaghi -. Sul terzo gol nessuno è scappato indietro e Milinkovic era tutto solo. Peccato, perché c’era il margine per recuperare. Ci sono state tante conclusioni, tiri respinti o ribattute. Qualcosa poteva ancora accadere…».
DUE GIORNI DI ANALISI. E’ una sconfitta che fa male, perché, al di là di tutto, complica anche la corsa in campionato. «Fa male, ma è una battuta di arresto per il risultato, non per la prestazione. Resta il fatto però che dovevo fare due giorni di analisi. Una squadra come la nostra non può concedere un rigore del genere su calcio d’angolo». E proprio in quel frangente il match è girato. «La Lazio è una squadra di valore e di qualità. Mi ero raccomandato dopo l’intervallo di fare attenzione e di mantenere il controllo. Il pericolo era che un episodio li facesse rientrare in partita. Ed è andata proprio così. Per 60’ avevamo rischiato poco o nulla, tenendo il campo come meglio non si poteva. Mentre dopo l’11 sono tornati a pressare. A quel punto poteva succedere di tutto».
«Il gol di Felipe? Non mi soffermerei sull’episodio: può accadere»
QUELLO CHE SOGNAVO. Tornando al frullatore, Inzaghi difficilmente potrà dimenticare l’accoglienza che gli hanno riservato i tifosi della Lazio. «E’ stata una grandissima emozione: un momento bellissimo, esattamente quello che sognavo. Diciamo che sono stati 4-5’ molto intensi. Poi, dopo il fischio d’inizio ho fatto il professionista, cercando di dare il 100% per la mia squadra. Dispiace perché la giornata è finita malissimo. Ma ora guardiamo avanti: martedì dobbiamo battere lo Sheriff».