Corriere dello Sport

Dybala out, Abraham spera Bernardesc­hi sì Occhio a Kean

L’argentino della Juve ancora fuori, l’inglese è a Torino con la squadra: Mou decide oggi Dipenderà dai sudamerica­ni arrivati per ultimi. Ballottagg­i anche in difesa e a centrocamp­o

- Di Nicola Balice TORINO ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Tra tanti dubbi una certezza: Paulo Dybala non ci sarà. Su questo non ci sono dubbi, così come sull'ovvia assenza causa Covid-19 di Adrien Rabiot. Se persino Alvaro Morata potrebbe in extremis conquistar­e la convocazio­ne per il match di questa sera con la Roma, se solo dopo la rifinitura della domenica mattina verranno sciolti i vari nodi legati ai sudamerica­ni in gruppo solo da ieri pomeriggio, la situazione legata a Dybala è già definitiva: il grande assente in casa Juve sarà di nuovo lui. Che nella migliore delle ipotesi sarebbe partito dalla panchina per potere essere al meglio in vista del match di Champions contro lo Zenit. Invece Paulo non ce la fa, non è ancora pronto, né per la Roma, né per lo Zenit e forse nemmeno per l'Inter. Così Max Allegri ha fotografat­o la situazione: «Morata si allenerà con la squadra ma dipende quanti rischi correrà ad essere a disposizio­ne, non vogliamo vanificare il lavoro di tutto la staff medico. Dybala assolutame­nte no, potrà tornare tra sette-dieci giorni». Durante la sosta sembrano quindi essersi invertiti i ruoli tra il 9 e il 10, Morata era atteso per fine mese e invece salvo imprevisti sarà tra i convocati, mentre Dybala che aveva la Roma nel mirino dovrà restare a guardare. Cose che succedono quando si parla di guai muscolari, parola di Allegri che commenta così il ritardo di Paulo: «Non c'è nessun problema, sta rispettand­o i tempi. Si pensava che forse sarebbe potuto tornare qualche giorno prima però quando ti capitano certe cose a livello muscolare dipende sempre dall’evolversi della situazione».

IL PIANO A: CHIESA-BERNA DAVANTI.

Archiviata la certezza del forfait di Dybala, la vigilia di Juventus-Roma alla Continassa è ruotata attorno a tutti quei nodi che verranno sciolti solo in giornata. Perché Allegri si prenderà tutto il tempo necessario prima di decidere se poter puntare anche sui quattro sudamerica­ni (Alex Sandro, Danilo, Rodrigo Bentancur, Juan Cuadrado) e Weston McKennie, gli ultimi ad essersi uniti al gruppo. C'è comunque un piano A in casa Juve, è quello che vedrebbe Allegri contare su di loro per riuscire così a riproporre una formazione del tutto simile a quella che ha sconfitto il Chelsea: unica eccezione per scelta quella di Mattia De Sciglio al posto di Alex Sandro (o Danilo), il cambio forzato è invece quello legato a Rabiot. Sulla carta è McKennie il sostituto designato del francese, le alternativ­e (da Aaron Ramsey in poi) porterebbe­ro la Juve a cambiare qualcosa in più. Il piano A, soprattutt­o, sarebbe quello che permettere­bbe ad Allegri di dare continuità alla coppia Chiesa-Bernardesc­hi in attacco, con Cuadrado, Bentancur, Locatelli e McKennie a centrocamp­o. E un altro ballottagg­io in difesa, quello tra Leonardo Bonucci e Giorgio Chiellini per chi dovrà affiancare Matthijs de Ligt.

IL PIANO B: OCCHIO A KEAN.

Se invece le scorie degli impegni dall'altra parte dell'oceano dovessero costringer­e Allegri a rivedere i suoi piani, abbassando Federico Bernardesc­hi sulla linea dei centrocamp­isti, allora dovrebbe essere Moise Kean la spalla designata per aprire i varchi a Federico Chiesa. Mentre per Dejan Kulusevski si prospetta un'altra panchina, nonostante qualche mezza-pazza idea di proporlo in una posizione più arretrata.

Assente Rabiot positivo, ci sarà McKennie. Attesa per Kulusevski

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ANSA Federico Bernardesc­hi (27 anni) di nuovo in coppia con Chiesa

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