Svanberg: Arrivo al meglio a Udine
L’estate è già finita. «Me la sono già dimenticata, è come tanto tempo fa». E per fortuna. Mica semplice per Mattias Svanberg. Tra covid, Europeo (di fatto) saltato, un avvio di campionato in crescendo, ora lo svedese è carico. «Sto bene. Non ho giocato con la nazionale e dunque a questa sfida contro l’Udinese ci arrivo per il meglio». Con Schouten fuori dai giochi, con Dominguez da valutare, è Svanberg il perno del centrocampo rossoblù. Difficile dire con chi lo svedese si trovi meglio. Lui non sceglie, abbozza risposte. «Sono due giocatori abituati a tenere bene la palla. Jerdy come mediano, ma anche Nico sa quello che deve fare. Non c’è nessuna scelta, mi trovo bene con tutti e due».
MIGLIORARE. Arrivato ormai alla quarta stagione in rossoblù, Svanberg è l’uomo che più di tutti è riuscito a crescere. Già 94 partite (tra campionato e coppa) con la maglia del Bologna, è lui che a Udine proverà a trascinare la squadra. Soprattutto con i tiri da fuori. L’arma giusta per fare gol? Svanberg sorride: «È sempre una buona scelta fare gol. Ma penso che quella a Udine sarà una partita difficile, molto complicata». In settimana Svanberg ha lavorato molto soprattutto in fase di non possesso. È lì che Mihajlovic vuole vederlo migliorare. Ma c’è poi anche un discorso tecnico, legato
agli stop. Quando stoppa la palla bene, ha spiegato Mihajlovic, per Svanberg è più facile arrivare alla conclusione. Contro i bianconeri non sarà facile. Loro, dice ancora Mattias, «sono forti in fase difensiva. Dobbiamo fare le cose che sappiamo fare e farle al meglio».
NELLA PARTITA. In questi quattro anni Svanberg ha messo insieme anche 7 gol e 5 assist. Uno lo ha segnato quest’anno (contro il Verona, gol da 3 punti), ma non vuole fermarsi qui. «Devo giocare con più continuità. Ogni tanto sento di fare le partite che vorrei». Mihajlovic, accanto a lui in conferenza stampa, lo guarda, fa sì con la testa. Svanberg sa cosa vuole il suo tecnico da lui. «Devo trovare il modo di avere continuità, di giocare tante partite in fila e bene. Non solo essere lì, in campo. Ma anche fare le cose al meglio, per sentire la partita. In attacco come in difesa». Oggi sapremo se ha convinto se stesso.