IL SOGNO DI JACOBS «UN GIORNO DA CARL LE
«Volevo l’oro olimpico del salto in lungo, i problemi fisici mi hanno “costretto” a scegliere la velocità»
Da quel giorno a Tokyo la sua vita non è stata più la stessa Ma il velocista azzurro che ha sbancato i 100 ai Giochi vorrebbe tornare al primo amore
Ci sono date che segnano la storia. Momenti che lasciano in eredità alle future generazioni una traccia da seguire e un simbolo al quale ispirarsi. Nello sport italiano ci sarà sempre un prima e un dopo l’1 agosto 2021, il giorno in cui Tokyo s'è colorata d'azzurro e il mondo ha scoperto che l'Italia sa essere fenomenale anche nell'atletica leggera: prima con Tamberi e i suoi salti verso il cielo, poi con Marcell Jacobs e il suo scatto che brucia la terra. L'uomo più veloce del mondo gode ancora per quel trionfo. Anche se la quotidianità l'ha riportato già in pista, consapevole che il confine tra fulmine e meteora non è poi così netto.
MENNEA E LEWIS. Ieri mattina, dall'aula del Senato dove la presidente Casellati ha accolto i campioni dello sport, l'onorevole Marcello pareva un imperatore. Ha guardato e accarezzato la medaglia d'oro mentre Vezzali, Pancalli e Malagò elencavano i successi dell'estate più vincente di sempre e sullo schermo scorrevano le immagini dell'impresa di Pietro Mennea alle Olimpiadi di Mosca. Il 28 luglio 1980 Jacobs non era ancora nato, ma è un altro di quei giorni che si deposita nella memoria collettiva di una disciplina, di un popolo, di un Paese. «Lui e Carl Lewis sono sempre stati i miei miti» ha rivelato il campione prendo la parola a Palazzo Madama. La "Freccia del Sud" come simbolo, "il figlio del vento" come riferimento. Jacobs si è spesso immaginato nella pelle dell'americano che sapeva scattare, sprintare e saltare come pochi altri nella storia. «Ho iniziato come saltatore in lungo - ha ricordato - e per dei problemi fisici mi sono fermato. Così due anni e mezzo fa ho cominciato a fare i 100 metri. Direi che nel 2021 non sono andati poi così male, quindi va bene così».
SOGNO LUNGO. Ma non chiamatela intuizione, «perché è stato un obbligo - ha precisato Jacobs - io volevo diventare campione olimpico nel salto in lungo. Un giorno mi piacerebbe saltare ancora. Disputare un'ultima stagione saltando, prima di chiudere la carriera, mi piacerebbe tanto». Forse è per questo che su Instagram si chiama ancora "crazylongjumper". Un "saltatore in lungo pazzo"... con due ori olimpici nella velocità. Il doppio trionfo giapponese ha reso il 27enne di Desenzano del Garda una vera e propria azienda-umana, attraendo sponsor e contratti fino a 5 milioni di dollari. Ma la sua quotidianità - al netto di una proposta di matrimonio appena fatta alla compagna Nicole Daza - non è cambiata di molto. «Ho ricominciato ad allenarmi mattina e pomeriggio. Cosa cambia dopo Tokyo? Il modo in cui le persone mi guardano. Tanta gente mi ferma per strada, mi ringrazia, si commuove. Per questo dico sempre ai giovani che devono avere sogni grandi e credere in loro stessi. Ci saranno tante porte chiuse in faccia, ma anche altre che aprono su prospettive più importanti».
FUTURO. Deve avergli fatto un discorso simile anche Nicoletta Romanazzi, la mental coach che l'ha convinto a scendere in pista nonostante si sentisse scarico a poche ore dalla finale. «Lei è il pezzo di puzzle che mancava per farmi sentire davvero completo - ha concluso Jacobs - Dopo la semifinale ero esausto, avevo appena battuto il record europeo ma avevamo la finale un'ora e mezza dopo. Sentivo di non avere più energie fisiche e mentali, lei mi ha detto quelle 4 paroline che mi hanno sbloccato. Ma non è magia, è stato possi
«In futuro spero di saltare ancora Anche se sui 100 non vado male...»
bile soltanto perché c'è un lavoro che dura nel tempo».
Il riposo c'è stato dopo l'Olimpiade, mentre polemiche e chiacchiere si mescolavano creando uragani di fake news. Il centometrista ha resistito alle onde, si è messo tutto alle spalle e non si è curato del fatto che i suoi haters siano aumentati dopo aver prestato il volto alla campagna vaccinale del governo («credo che in questo momento sia importante pensare agli altri, non solo a sé stessi»). Ha rinunciato alla ricca Diamond League, ma a febbraio 2022 la stagione dell'atletica ricomincia e il mondo continuerà a posare i suoi occhi indiscreti sulle imprese del campione olimpico. Per tutti, per sempre, resterà l'uomo che mentre correva ha saputo fermare il tempo.