«Lo sport rappresenta l’Italia che ce la fa»
Il fango negli occhi di Sonny Colbrelli, Chiellini che alza la coppa dell'Europeo, Jacobs che mette la testa davanti a tutti nella gara regina delle Olimpiadi, le lacrime di Tamberi e i sorrisoni del millennial Vito Dell'Aquila. E poi le gesta degli alteti paralimpici - campioni umani che si sacrificano ogni giorno tra mille difficoltà, altro che supereroi o robot - accompagnati dalle emozioni di chi c'era, di chi ha tifato, di chi ha sperato, di chi ha goduto per la miglior estate di sempre dello sport italiano. Palazzo Madama ieri mattina ha voluto omaggiare i campioni e le campionesse, dedicando loro il 18° appuntamento della kermesse "Senato e Cultura".
SUCCESSO. «Anche lo sport è andato in quarantena, ma gli atleti non hanno mollato - il saluto della presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati hanno continuato ad allenarsi, nella speranza di un futuro. Il 2021 è l'anno dello sport tricolore, dell'Italia da record. Questa è l'Italia che ce la fa, che ha tirato fuori le unghie e la grinta per tagliare tutti i traguardi». Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, sapeva che il pallottoliere delle medaglie potesse impazzire. Nessuna sorpresa, quindi, nell'assistere a una delle più evidenti contraddizioni del Paese: a una base che soffre la mancanza di spazi (e con una pratica sportiva dei giovani tra le più basse in Europa) corrisponde un vertice della piramide fatto di eccellenze assolute. «Mi aspettavo quei trionfi - ha dichiarato ieri dall'aula del Senato - Eravamo presenti nell’85% delle competizioni e con un numero record di atleti e atlete. Speriamo che succeda anche a Pechino ai Giochi invernali, sono sicuro che ne vedremo delle belle. Dal calcio è arrivata una straordinaria spinta, la Nazionale ha trascinato lo sport e i campioni si sono gasati».
STORIE. Il numero uno della Figc, Gabriele Gravina, ha raccolto
l'assist: «L'Europeo è stato il modo perfetto per lanciare il nuovo Rinascimento del calcio italiano dopo 18 mesi complicati per tutti». Al suo fianco c'era Spinazzola. «Con l'infortunio di Leonardo contro il Belgio ho capito che avremmo vinto l'Europeo. Non c'era musica negli spogliatoi, ma un silenzio tombale. Il gruppo era unito più che mai». Il presidente di Sport e Salute, Vito Cozzoli, ha ricordato che «l'alto livello senza sport di base non esiste» e diversi olimpionici hanno giustamente ricordato le loro origini. «Nel mio paese, a Mesagne, ci sono 25 mila abitanti e ora 2 ori olimpici - ha spiegato Vito Dell'Aquila - C’è una grande
scuola di taekwondo, sono fiero di rappresentarla in giro per il mondo». "Il gorilla di Avola" Luigi Busà ha battuto anche la scaramanzia: «Malagò aveva pronosticato il mio oro - ha scherzato - quindi avevo una responsabilità enorme. Per il karate era la prima volta ai Giochi». Presenti anche il sollevatore di pesi Pizzolato, gli arcieri Nespoli e Boari e Manuela Olivieri che ha ricordato Pietro Mennea. Celebrata anche l'impresa di Colbrelli nella Parigi-Roubaix, «la gara che ripaga una vita di sacrifici». Ha trionfato nelle avversità, con una ruota sgonfia dopo aver bucato nella foresta. Da italiano vero.