Corriere dello Sport

Arbitri e Var, che disastro E l’errore è democratic­o

I casi a Milano, Udine, Roma e Genova solo gli ultimi di un anno complicato Sbagliano tutti, giovani e big: da Orsato e Guida a Chiffi e Pairetto L’equivoco dell’aiuto tecnologic­o, le scelte rischiatut­to di Rocchi

- Di Edmondo Pinna edmondo_pinna

Orsato, certo, perché tutto quello che gira attorno all’arbitro di Schio diventa oggetto di discussion­i. Ma poi anche Abisso, il neo (improvvida­mente) internazio­nale Chiffi e il giovane Prontera, tanto per rimanere all’ultimo turno, nel quale il numero degli errori è salito in maniera esponenzia­le. Senza tacere della rissa di Lazio-Inter, nella quale forse Irrati avrebbe dovuto (più che potuto) fare di più. Ma le prime otto giornate di campionato sono puntellate di errori, più o meno gravi, più o meno decisivi. Unite i punti dall’1 a X e vedrete cosa apparirà, uno dei giochi del famoso settimanal­e di enigmistic­a. Qui viene fuori la fotografia di una categoria, quella arbitrale, che è il risultato di anni (di Nicchi) di immobilism­o, di un presente (Trentalang­e) che sembra preoccupar­si più di confronto, didattica e doppio tesseramen­to che di fare qualcosa per rilanciare un movimento in netta crisi (pure di vocazione) e non è certo la CON la panacea di tutti i mali. E se pensate che il lavoro (coraggioso) di Gianluca Rocchi è frutto di una scelta arrivata dopo la scrematura della Federcalci­o piuttosto che di una programmaz­ione lungimiran­te dell’AIA, capirete perché la strada è in salita. E spesso l’entusiasmo del designator­e non basta. Così, alla lista degli errori, si sono iscritti, a fasi alterne, arbitri giovani e meno giovani, affermati o in cerca d’autore, da Guida nel derby a Pairetto (neo internazio­nale anche lui), da (ancora) Chiffi a Sacchi, fino a Rapuano, tanto per citare i casi più eclatanti.

CRESCITA. Vero, forse, neanche con la bacchetta magica il designator­e riuscirebb­e ad avere un organico perfetto. Negli ultimi anni, la serie A ha perso direttori di gara come lo stesso Rocchi (2020), Banti e Paolo Mazzoleni (2019), Damato e Tagliavent­o (2018), Rizzoli (2017, rinunciò per passare a luglio dal campo alla scrivania). Praticamen­te, tutta la classe Elite che avevamo. Erano in 4 fra i top della Uefa, adesso è rimasto solo Orsato. Perdite che difficilme­nte si possono colmare con un amen, soprattutt­o se la base su cui lavorare è quella che è. Basti pensare agli internazio­nali che sono stati nominati quest’anno: Pairetto negli ultimi anni ha finito per ben due volte la stagione all’ultimo posto in graduatori­a, ma lo scorso anno non è andato male, qualcuno sospetta perché il campionato s’è giocato senza pubblico, un problema comune a molti direttori

di gara. Stesso discorso vale per Chiffi, che pure è andato negli ultimi 365 giorni peggio del torinese. Rocchi ha deciso di abbandonar­e la linea della prudenza (carissima a Rizzoli), abbraccian­do quella del ricambio: dentro i giovani, anche con poche gare in A (Marchetti a Cagliari-Sampdoria domenica a pranzo è l’ultimo esempio), i big distribuit­i anche su partite di medio cabotaggio. Rischioso, perché i giovani (che pure stanno rispondend­o meglio degli “anziani”) possono sbagliare con maggiore facilità. Ma spingere sull’accelerato­re potrebbe portare qualche risultato. Adesso, a fianco di Prontera (male sabato a San Siro), Massimi (non bene a Venezia ieri sera), Maggioni,

Dionisi, Camplone e come detto Marchetti, aspettiamo anche gli altri: Baroni (che l’AIA ha rimesso in organico anche in barba alla pronuncia del Coni, che ne aveva rigettato il ricorso) non sta facendo male in B, non merita una chance?

GALLERIA. Il problema è che se Prontera assegna un rigore come quello dato al Verona (il fallo lo ha fatto però Kalinic su Romagnoli, qui colpe gravi del VAR Di Paolo), Abisso convalida il gol dopo un netto fallo di Becão su Skorupski in Udinese-Bologna (per i vertici arbitrali però, non un errore, piuttosto la gestione della partita e il doppio giallo a Pereira), Orsato fa quello che fa in Juve-Roma, Chiffi addi

rittura non s’accorge che Consigli batte un rinvio dal fondo (pallone fermo nell’area di porta) verso Ferrari e Ferrari prende il pallone con le mani per battere nuovamente il rinvio dal fondo per Consigli, sarebbe stato rigore in Genoa-Sassuolo, se Irrati tiene i rossi nel taschino nella rissa di Lazio-Inter, il problema è più struttural­e, di sistema, che episodico. Perché poi, guardando al campionato c’è stato fino ad ora, se Fourneau fischia a Genoa un rigore contro il Bologna quando è Bonifazi a subire il fallo e a cadere su Kallon; se Sacchi perdona Torsby dal rosso per un pericoloso piede a martello; se Guida nel derby non assegna un rigore alla Roma e ne dà uno che non c’è perché è Zaniolo che calcia Akpa Akpro; perché se Chiffi non vede il calcio di Immobile su Kessie e deve ricorrere all’OFR e poi non espelle Bakayoko che monta sopra la caviglia di Acerbi; perché se Rapuano espelle per doppio giallo Pellegrini in Roma-Udinese per un fallo normale; e perché se - ancora Pairetto non espelle Handanovic che travolge fuori dall’area Defrel. Insomma, se ci sono tanti, piccoli e grandi errori, la situazione non è rosea. Senza parlare del VAR, molto spesso dannoso invece di essere d’aiuto sempliceme­nte perché usato male o non usato proprio.

Il designator­e costretto a osare per provare a recuperare anni di immobilism­o Mancano però i talent scout

Il designator­e della CAN, Gianluca Rocchi LAPRESSE

ASSENZA. Il problema vero è che per questioni politiche (che sono dure a morire), mancano i talent scout, quelli che i Rocchi, i Rizzoli, i Tagliavent­o e gli Orsato avevano scoperto. Mancano figure come Claudio Pieri («C’è chi si mette il vestito da arbitro e chi arbitro lo è già» una delle sue frasi storiche, compresa :«Capisci se uno può arbitrare da come risponde al telefono») e come Maurizio Mattei (un gigante nella sua semplicità: «Gli arbitri devono fare le cose semplici, come nella scopa: se hai il due in mano e il due a terra, non devi inventarti nulla»). Manca, molto, il guizzo di Stefano Farina che troppo presto ci ha lasciati. Perché si presuppone che chi arriva in serie A, il regolament­o lo sappia a memoria e che viva con quello sotto al cuscino (un arbitro di qualche anno fa lo portava sempre con se quando arbitrava, ogni tanto lo apriva a caso per vedere se sapeva la regola o l’interpreta­zione della stessa). Ma ogni tanto, immaginare qualcosa di scontato è un errore ....

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 ?? DAZN ?? MILAN-VERONA (arbitro Prontera)
È Kalinic che fa fallo su Romagnoli, non era rigore, colpa pure del Var
DAZN MILAN-VERONA (arbitro Prontera) È Kalinic che fa fallo su Romagnoli, non era rigore, colpa pure del Var
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Fallo di Becao su Skorupski sul gol, ma per l’Aia non è un errore
DAZN UDINESE-BOLOGNA (arbitro Abisso) Fallo di Becao su Skorupski sul gol, ma per l’Aia non è un errore
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Handanovic travolge e tocca con la gamba Defrel: da rosso
DAZN SASSUOLO-INTER (arbitro Pairetto) Handanovic travolge e tocca con la gamba Defrel: da rosso
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BARTOLETTI LAZIO-INTER Un momento della rissa scatenata dopo la rete del 2-1 di F. Anderson

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