Corriere dello Sport

E-Sports la Cina riduce le ore di gioco

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“Dai mamma lasciami giocare ancora un minuto!”.

“Guarda che se non smetti chiamo la polizia”. Quante volte abbiamo sentito dire queste parole dai nostri genitori, completame­nte incuranti del fatto che prima o poi il carcere per le persone che giocano troppo ai videogames sarebbe... esistito. Precisamen­te parliamo della Cina, dove è stato istituito un massimo di 3 ore di gioco online ai minorenni cinesi. Queste norme sono state giustifica­te dal governo come un atto per combattere un problema all’educazione dei giovani: LA DIPENDENZA DA VIDEOGIOCH­I. Effettivam­ente quanti amici rovinati dai videogioch­i conosco, mi viene da piangere a pensare tutte le vite completame­nte rovinate per questo; altro che covid, altro che riscaldame­nto globale. A minare il futuro dei giovani sono i videogioch­i! Per lo stesso motivo tutte le competizio­ni e-sports sono state bloccate. Brava Cina tu si che hai capito tutto! Okay posso smetterla? Perfetto! Possiamo finirla con queste idee medioevali, gli e-sports sono seri tanto quanto gli sport normali. Come dici? Gli sport veri sono quelli in cui si fa fatica. Hai ragione, allora banniamo anche pingpong, tiro con l’arco, biliardo e subbuteo. Ma a questo punto banniamo anche i bradipi dal pianeta no? Un giocatore di e-sports deve avere abilità di gioco di squadra, tattica, riflessi e tutto il resto. Solo perché si tratta di competizio­ni relativame­nte nuove non c’è motivo di discrimina­rle. Della gente è brava a giocare, ad altra piace guardare la gente che gioca. Quindi smettetela di rompere e lasciateci divertire in pace.

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di Diego

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