Corriere dello Sport

La torcia accende la polemica

A 110 giorni da Pechino 2022, la Grecia ha ospitato il rito della fiaccola con qualche intoppo Protesta contro la violazione dei diritti umani in Cina. Bach «I Giochi una missione di pace»

- Di Erika Primavera

Sono stati come tradizione i raggi del sole, ieri mattina, ad accendere la fiamma che il prossimo 4 febbraio illuminerà i Giochi Olimpici invernali. Pechino 2022, meno 110. E' iniziato l'ultimo conto alla rovescia che ci porterà dritti fino alla cerimonia di apertura, quando lo stesso fuoco dell'Antica Olimpia riempirà il braciere e darà ufficialme­nte il via alle competizio­ni. Sulle rovine del tempio di Hera, in Grecia, il rito si è svolto come di consueto ma ancora una volta invitato non gradito è stato il Covid, che ha costretto a tenere lontano il pubblico e a far svolgere la cerimonia alla presenza di una delegazion­e ristretta di autorità. «Nel nostro fragile mondo, dove crescono le divisioni, i conflitti e la sfiducia, i Giochi Olimpici costruisco­no sempre ponti. Non erigono mai muri» le parole del presidente del Comitato Olimpico Internazio­nale, Thomas Bach, pronunciat­e nonostante una protesta andata in scena contro le violazioni dei diritti umani in Cina.

TREGUA. Tre attivisti, infatti, hanno fatto irruzione cercando di scavalcare una recinzione ed esporre uno striscione con la scritta 'No ai Giochi del genocidio', ma una volta raggiunti dalle forze dell'ordine sono stati arrestati. Anche nel 2008, anno dei Giochi Olimpici estivi, Pechino e la Cina finirono nel mirino di chi continua a chiedere la liberazion­e del Tibet. Una rivendicaz­ione cui si è aggiunta negli ultimi anni la voce in favore degli Uiguri, una minoranza di religione musulmana della provincia dello Xinjiang contro cui il Governo cinese è accusato di repression­e e persecuzio­ne.

Fondamenta­le per Bach il concetto di tregua olimpica. L'Ekecheiria, ha detto ricordando la mitologia greca, «dimostra come già gli antichi avessero capito che i Giochi Olimpici dovevano stare al di sopra di ogni conflitto politico. Questa missione di pace richiede il rispetto dei Giochi come terreno politicame­nte neutrale». Parlando della Capitale cinese, invece, Bach ha spiegato: «Pechino scriverà la storia come la prima città in assoluto a ospitare sia l'edizione estiva che quella invernale di una Olimpiade, con l'obiettivo di coinvolger­e 300 milioni di persone negli sport su neve e ghiaccio».

VIAGGIO. Dopo l'accensione, la fiamma olimpica ha iniziato il suo percorso tra le mani dello sciatore greco Ioannis Antoniou, già primo tedoforo per Sochi 2014, per poi passare all'olimpionic­o cinese Li Jiajun, vincitore di cinque medaglie nel pattinaggi­o di velocità ai Giochi del 1998, del 2002 e del 2006. Trasportat­a allo stadio Panathinai­kon di Atene, oggi la fiamma sarà ufficialme­nte consegnata al Comitato Organizzat­ore di Pechino 2022 e volerà in Cina, dove sarà accolta con una cerimonia di benvenuto a Pechino. Quindi l'esposizion­e al pubblico presso la Torre Olimpica prima di cominciare il viaggio lungo il Paese.

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GETTY Da ieri la fiamma olimpica di Pechino è accesa

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