E Panatta inventa il circolo aperto a tutti
Un club senza tessere, un punto di riferimento in cui tutti possono divertirsi. E' l'essenza del Racquet Club, il nuovo progetto di Adriano Panatta che si estende su oltre due ettari nel centro di Treviso dove da anni il campione del Roland Garros e degli Internazionali d'Italia 1976 si è trasferito. «Non sarà un circolo classico, con i soci, non ci saranno tessere» ci spiega. Lo racconta con passione, come un «progetto innovativo e aperto a tutti. Un club raffinato, elegante, con strutture di alto livello». E allo stesso tempo come uno spazio da vivere, dove praticare sport e prendersi cura di se stessi.
LA STRUTTURA. Il Racquet Club prevede sei campi da tennis, coperti in inverno (4 in terra battuta, 2 in sintetico) e altrettanti da padel. Racchiude anche due pale
stre, una wellness spa, club house con bar, ristorante e piscina. L'idea, racconta, «è nata con due amici, Philippe Donnet e Marco Bonamigo. Ho visto un'opportunità e abbiamo presentato un progetto per me innovativo». L'am
ministrazione comunale ha appoggiato l'iniziativa. Il campione che ha fatto sognare generazioni di tifosi italiani negli Anni Settanta promette di rinnovare l'immagine tradizionale del circolo di tennis come di un luogo protetto ma elitario. Contro il logorio della vita moderna, propone uno spazio in cui si alternano corsi di tennis, eventi, occasioni per riappropriarsi del proprio tempo. «Sono emozionato e felice per quanto siamo riusciti a realizzare - racconta - dopo la pandemia, abbiamo tutti cambiato il nostro stile di vita, sul lavoro come in famiglia. Attraverso questo progetto le persone potranno ritrovarsi in totale sicurezza, curare il proprio fisico praticando sport, prendersi del tempo per il proprio benessere. E’ anche il mio modo per dire grazie a tutta la comunità trevigiana per avermi fatto sentire a casa in tutti questi anni».
Il campione che ha guidato, con i suoi successi, il boom di popolarità del tennis italiano negli anni Settanta, segue da
IL BOOM AZZURRO.
appassionato spettatore il magico momento attuale. «Il tennis maschile italiano è nel momento migliore di sempre - commenta - abbiamo tanti giocatori forti. Berrettini ormai è un top player affermato, Sinner è in grande ascesa. C'è Fognini che è sempre un grande talento, Musetti e Sonego poi si fanno valere». Nessuna concessione, però, al passatismo o alla nostalgia. Non si rivede in nessuno di loro, dice, «lo sport è troppo cambiato». Si gode quel che è stato, il ricordo di un'epoca d'oro, l'ultima in cui la natura del gioco riusciva a prevalere sulle esigenze dello sport. Ma già stavano arrivando i Borg e i Lendl che avrebbero cambiato il mondo. Quell'estetica, oggi, prova a farla rivivere in un'altra veste. a.m.