LUCIANO E K «VINCERE È
Spalletti: «Ma quale turnover, c’è troppo talento» Koulibaly: «Siamo fortissimi? Dimostriamolo»
Contro il Legia il successo è indispensabile La Roma resta solo sullo sfondo: l’attenzione sulla partita da dentro o fuori di Europa League
Non c’è poi così tanto da perdere e, senza poi girarci intorno, è tutto così terribilmente chiaro che questa non è una partita: dentro o fuori, ovviamente, il resto sono amabilissime chiacchiere, in genere trascinate via dal vento. «E noi vogliamo assolutamente vincere. Poi si vedrà se per arrivare primi o secondi nel girone, ma adesso è indispensabile battere il Legia Varsavia». Mica si diventa Comandante dalla sera alla mattina e quando Luciano Spalletti ha scelto i gradi, sapendo che un capitano c’è già, e ha la sua fiducia pure dagli undici metri («il rigorista resta Insigne») a Koulibaly ha consegnato una leadership morale che s’avverte in campo e anche fuori, in partita ma anche in una vigilia che vivendola sul K2 sembra piena d’aria pura, di limpida onestà e di un’intelligenza che brilla. «Gara difficile, contro un’avversaria che sa chiudersi e ripartire: bisognerà essere pazienti, mostrare solidità e tranquillità, perché il Napoli se fa il Napoli al 100% un gol prima o poi lo fa».
FORTI, ANZI FORTISSIMI. Oltre Napoli-Legia c’è il destino, un’Europa League nella quale avventurarsi ancora, con tutte le proprie ambizioni, oppure l’oblio internazionale e pensieri spettinati che il vento dolcemente possente del K2 spazza via: «Vogliamo farcela, per dare ragione a Spalletti: ci dice pubblicamente che siamo fortissimi, che siamo un gruppo di campioni, ma noi dobbiamo dimostrare sul campo che ha ragione e per farlo serve andare avanti. Io so che questa è la squadra più dotata tra quelle in cui ho giocato, aggiungete che c’è un clima meraviglioso nel Napoli, ma non basta e stavolta abbiamo la possibilità di rimettere le cose a posto in Europa League».
TUTTI IN RITIRO. Dentro un’ora e mezza che vale, Spalletti ci porta il «suo» Napoli, senza gerarchie («non parlate di turnover, perché sarebbe offensivo per il talento di questo gruppo e quindi di chi andrà in campo»), senza dubbi («Zielinski non ci sarà, così lo avremo a Roma; Osimhen non partirà dall’inizio e a sinistra, in difesa, potrebbe esserci Juan Jesus, mentre davanti giocherà sicuramente Mertens, che ci consente di fare cose anche diverse»), senza ansia («con Lozano è tutto ok dal momento stesso in cui è tornato a Castel Volturno; era dispiaciuto ma ci sta») e soprattutto senza indugi, né perplessità: «Saremo quelli che siamo, una squadra che non intende ingannare nessuno: siamo in ritiro perché lo hanno proposto i calciatori, una scelta per essere preparati mentalmente alla sfida. L’impegno sarà al massimo». E il Napoli di Spalletti lascerà che Roma resti oltre le tenebre di questa notte nella quale avrà altro a cui pensare: «Ho studiato molti dettagli, avrei voluto anche aggiungere un lavoro in prospettiva ai miei impegni ma proprio non ce l’ho fatta. Alla Roma non ho potuto pensare, perché il Legia mi ha sottratto il tempo. Sappiamo che non abbiamo scelta: se non vinciamo, diventa durissima pensare di riuscire a restare in corsa». E da questa luna di miele, con le otto vittorie su otto del campionato, e dalla morbidezza d’una città che sembra avvolgere nel suo abbraccio, il Napoli non vuole evadere, nonostante le trappole siano ormai perfidamente disseminate ovunque, anche al Maradona: «Gli avversari saranno tutti motivati e noi di ciò siamo consapevoli. D'altro canto funziona così da sempre, lo so, esistono le pressioni e bisogna saperle gestire. Noi saremo umili e continueremo a lavorare in profondità. Perché noi sappiamo cosa vogliamo».