Il derby a Sinner «È il mio tennis»
Jannik batte Musetti e fa un altro passo verso le Finals: «Bello tornare qui con questa classifica»
Sono giovani e forti, sono italiani e danno spettacolo. Jannik Sinner e Lorenzo Musetti, 39 anni in due, hanno illuminato il tardo pomeriggio di Anversa. Il loro primo derby ATP, non la prima sfida assoluta perché si erano incontrati nelle pre-qualificazioni per gli Internazionali BNL d'Italia 2019, è un gioiello nella capitale europea dei diamanti. Sinner, più pronto, vince 7-5 6-2 e festeggia il tredicesimo quarto di finale in carriera, l'ottavo in stagione.
MUSETTI IN RIPRESA. Le emozioni, le giocate, le piccole grandi magie concentrate soprattutto nel primo set lasciano allo stesso tempo l'immagine di un Musetti libero, sereno, sicuro. Motivato da un match così significativo per i tifosi italiani, il carrarino umorale sembra più leggero. E quando gioca così, può essere pericoloso per tutti. Non è uno dei quei tennisti che sente il peso della partita, anzi un contesto simile lo esalta. Vive le emozioni con i toni accesi dei diciannovenni, tutto chiaroscuri e senza sfumature. È espressionista, gioca con gli occhi dell'anima. E ieri quegli occhi si sono accesi di nuovo, dopo un periodo buio.
SINNER. Ma il ventenne di Sesto Pusteria quando azzanna la preda non molla. Non concede reazioni eccessive, lavora per sottrazione. Il cuore rallenta, la testa cammina, le gambe corrono. Sinner ha lanciato l'allungo con il break che l'ha portato a servire per il primo set sul 6-5 e non si è più voltato indietro. È rimasto uomo solo al comando della partita, autorevole al servizio, deciso nelle scelte, solido nella conduzione degli scambi. Così ha avvicinato Cameron Norrie nella Race to Turin, vincendo il titolo lo scavalcherebbe e sarebbe decimo nella classifica che determina i qualificati per la prima edizione italiana delle Nitto ATP Finals, a Torino dal 14 al 21 novembre.
ORA RINDERKNECH. «Non è mai facile giocare con Lorenzo, abbiamo avuto modo di allenarci insieme
- ha detto Jannik nell'intervista a caldo, che interrompe per applaudire insieme al pubblico presente l'uscita dal campo dell'avversario - Lui ha variato tanto, ha fatto molte cose diverse, io ho cercato di giocare sempre il mio tennis». È questo, comunque, il suo obiettivo di lungo periodo: eseguire il suo gioco perché è quello che serve per vincere. Fermo ma non rigido, sente che il suo approccio è quello che gli serve di più per vincere, e non insegue camaleontici adattamenti agli avversari. Anche questa consapevolezza segna la differenza rispetto alla sua precedente partecipazione al torneo di Anversa, due anni fa. «Tante cose sono cambiate rispetto al 2019 ha aggiunto - sono contento di essere tornato qui con una classifica ben diversa da quella che avevo allora». Nei quarti sfiderà il francese Arthur Rinderknech, ventiseienne salito questa settimana al numero 65 del mondo, il suo best ranking. Si sono incontrati a Lione e l'azzurro, molto meno convincente di ieri al servizio, perse in tre set. «Sarà un match duro - ha concluso - spero di potermi prendere la rivincita».