Fidanza al ballo dell’oro invita anche Ganna & c.
Inizia subito con l’Inno di Mameli la rassegna iridata di Roubaix Martina vince il titolo nello scratch che mancava dal 2017. Oggi tocca al quartetto olimpico bissare
L’oro di Martina Fidanza nello scratch e i due quartetti lanciati verso nuovi successi nell'inseguimento a squadre. Per l’Italia il Mondiale su pista in terra francese non poteva cominciare meglio, con gli azzurri grandi protagonisti nell’intento di migliorare il sesto posto nel medagliere dell’anno scorso.
È stato l’inno di Mameli a risuonare per primo nella premiazione inaugurale al Jean-Stablinski di Roubaix, a due passi dal Vélodrome André Pétrieux dove appena tre settimane fa Sonny Colbrelli aveva conquistato l’Inferno del Nord. Ieri sul gradino più alto del podio è salita la ventunenne Martina Fidanza, bergamasca e figlia d’arte di papà Giovanni e mamma Nadia, entrambi ex ciclisti. La pistard classe 1999 ha vinto l’oro nello scratch, specialità dove in caso di doppiaggio si viene eliminati e la classifica finale viene compilata dai passaggi al traguardo. Una prova di resistenza, dieci chilometri e ben quaranta giri di pista, che avevano già consacrato l’atleta lombarda con un titolo mondiale da juniores e continentale da Under 23.
Ieri Fidanza ha raggiunto l’apice, ha rotto gli indugi lanciandosi in solitaria a cinque giri dal termine e le avversarie l’hanno rivista solo dopo il traguardo. Lei era già in lacrime, l’Italia non conquistava il titolo iridato nello scratch dall’oro di Rachele Barbieri a Hong Kong nel 2017. «Non posso crederci, non ero partita per vincere la medaglia d’oro - ha ammesso l’azzurra, presentatasi alla vigilia come prima nel ranking UCI di specialità - Ho visto che a un certo punto si è creato un gap rispetto al gruppo e sono partita a tutta, senza mai più voltarmi. Mi sembra di vivere un sogno, se me l’avessero detto alla vigilia non ci avrei creduto».
Le altre belle notizie sono arrivate dai Fab Four dell’inseguimento a squadre maschile, con Ganna, Lamon, Consonni e Milan scesi in pista con bici e casco d’oro in omaggio al titolo olimpico conquistato a Tokyo quasi tre mesi fa. Non hanno deluso le attese, al mattino hanno sfornato un 3'49"008 e in serata (con Bertazzo al posto di Lamon) l’hanno abbassato a 3’46’’760 volando a 62 chilometri all’ora di media: miglior tempo e finale oggi contro la Francia (alle 19.15). Il c.t. Villa ha tenuto a freno i suoi per puntare sul risparmio delle energie («Avevamo in mente questi tempi, fin qui la missione è compiuta) e il totem Filippo Ganna ha messo in guardia i compagni: «Abbiamo rotto il ghiaccio, ma adesso bisogna completare l’opera e andare a prendersi quella medaglia d’oro. La pista non è veloce come quella di Tokyo, i francesi domani (oggi; ndr) ci daranno filo da torcere perché corrono in casa e sono super motivati». I transalpini hanno estromesso la Danimarca giocandosela con un buon 3’47’’816. Viaggia a gonfie vele anche il quartetto femminile, impegnato ieri nelle qualificazioni e oggi contro la Gran Bretagna (alle 18.30) chiamato a conquistarsi la finale per giocarsi l’oro (alle 20.45). Balsamo, Alzini, Fidanza e Paternoster (che ha sostituito all'ultimo Chiara Consonni) hanno stampato in qualifica un 4'14’’176, finendo alle spalle soltanto della Germania (4’13”082). Le britanniche, terze nella classifica provvisoria, hanno invece fermato il cronometro a 4’16”200. Soddisfatta Elisa Balsamo, già campionessa del mondo su strada: «Siamo un quartetto inedito, ma la prima prova è stata ottima. Ce la giocheremo, i secondi in pista si possono limare. Dispiace non aver fatto il miglior tempo in qualifica, ma la pista è molto veloce e l’avevamo già testata due anni fa in occasione di un raduno pre Mondiale». Altre medaglie sono già dietro l’angolo, l’Italia del ciclismo continua a sognare in grande.
«Non posso crederci non puntavo a tanto Sono andata a tutta senza voltarmi più»
Filippo: «Adesso si deve completare l’opera e prendere quella medaglia»