Cafiero De Raho: «Se l’impresa legale è chiusa prende spazio quella mafiosa dove sono finiti 20 miliardi»
ROMA - Il fenomeno del gioco, spesso illegale, è una piaga da curare e sconfiggere in modo netto e definitivo. Soprattutto per gli effetti nefasti che ha sulle giovani generazioni. E non solo. «Nei momenti di difficoltà le mafie riescono a entrare con maggiore facilità. È quel che abbiamo sostenuto, soprattutto nel periodo della pandemia, laddove il lockdown ha chiuso l’impresa legale. E laddove l’impresa legale viene chiusa, è l’impresa illegale a trovare spazio». È quanto ha dichiarato il procuratore nazionale Antimafia Federico Cafiero De Raho nel corso del convegno su “Gioco pubblico, legalità e tutela dei consumatori” organizzato da Lottomatica. «Un’organizzazione gestita dalle ‘ndranghete, dalla Camorra, da un soggetto mafioso - ha aggiunto - è un’organizzazione capace di accogliere una clientela che non ha trovato l’interlocutore nello Stato per quanto riguarda giochi e scommesse, perché lo Stato ha chiuso i propri battenti. E quando questo avviene, si aprono invece i battenti dell’organizzazione mafiosa che ha una rete incredibile, una rete enorme. E questo lo vediamo anche nel gioco online dove i siti sono migliaia e migliaia». Aggiunge DeRaho: «La stima, fatta sicuramente per difetto e non per eccesso, è che 20 miliardi di euro, cioè circa il 20% della spesa nei giochi, sia finita nei canali illegali. Dove ci sono sale da gioco c’è sempre il crimine - ha spiegato - Bisogna fare molto contro quella rete criminale che si attesta fuori dalle sale giochi. Ma il controllo va fatto anche dentro perché molto spesso avviene che all’interno esista un doppio canale. Uno, quello legale, ed un altro, illegale. Un canale parallelo di cui spesso è lo stesso concessionario si ad avvalersene, magari perché indotto dalla stessa criminalità».