Viola, c’è un Franchi strapieno di insidie
Non solo la paventata reazione dei tifosi per Vlahovic L’ultimo successo in casa è di agosto e domenica tornano gli ultrà. Fiorentina, pronto l’appello alla città
Il banco di prova più significativo, quello in cui a prendere parola sarà lo stadio Franchi, è fissato per domenica. Dusan Vlahovic sa benissimo che per (provare a) mettere in un angolo critiche e parole al vetriolo, adesso, servono solo i suoi gol, quelli che, in viola, rincorre dal 26 settembre scorso, dal rigore trasformato a Udine capace di regalare il terzo successo esterno alla sua squadra. Il bivio, per altro, sarà la sfida col Cagliari, quell’avversario a cui il serbo ha segnato la prima doppietta (ma anche gol numero 1 e 2) in Serie A della carriera: il nastro sta per riavvolgersi, anche se non come Firenze sognava. Ed ora, è proprio la voce della città quella che tutti aspettano di sentire.
TORNANO GLI ULTRÀ. Questa sarà la prima gara con il 75% di capienza permessa - attorno ai 30 mila spettatori ammessi - e pure la prima con il ritorno degli ultrà al loro posto, con vessilli e striscioni a colorare anche la Curva Fiesole. Gli occhi, nemmeno a dirlo, però, saranno in gran parte per Dusan Vlahovic, il giovane capace di mandare all’aria una proposta di prolungamento milionaria (la più ricca della storia viola) in accordo col suo entourage. A Venezia, con 750 presenze nel settore ospiti, a fine gara, le invettive di chi lo ha invitato ad andarsene si sono sentite in maniera nitida: e domenica? Di certo c’è che la “fame” di Fiorentina, è tanta. Sono già stati venduti oltre 10 mila mini-abbonamenti validi per le sette gare che si giocheranno in casa da qui alla fine del 2021 (la vendita si chiuderà oggi), mentre da ieri sono in distribuzione i tagliandi per la sfida contro Mazzarri e i suoi.
L’AUSPICIO. L’auspicio della società - non è escluso che possa anche arrivare un messaggio per allentare la tensione delle ultime settimane - è che non sia la squadra a rischiare di uscirne “danneggiata” in caso di fischi o contestazione nei riguardi di Vlahovic, ma sul fatto che prima di tutto venga la maglia i tifosi sono evidentemente concordi. C’è chi propone di far prevalere la linea dell’indifferenza, non considerando affatto Vlahovic, chi invece continua ad augurarsi il pugno duro da parte di tecnico e club, con le porte della tribuna aperte per il dissidente, e chi, più previdente, invece “suggerisce” ad Italiano di impiegarlo il minimo indispensabile, quanto basta per evitare eventuali procedimenti per mobbing. Un primo termometro diventerà la lettura della formazioni da parte dello speaker dello stadio, quindi una eventuale sostituzione oltre al termine del match, quando cioè i giocatori scenderanno all’interno del tunnel che porta agli spogliatoi, collocato geograficamente sotto al Curva Fiesole.
Saranno ammessi contro il Cagliari 30.000 sostenitori: non si può sbagliare
L’attaccante serbo chiamato a una prova di maturità: gestire l’impatto
VITTORIA NECESSARIA. Vincere stavolta è più che mai obbligatorio. I tre punti possono diventare una prima medicina, pure se non definitiva. C’è da spezzare la maledizione di questi due ko consecutivi (Napoli prima della sosta e poi Venezia), da ritrovare un successo interno che manca praticamente da due mesi, dal 2-1 contro il Torino del 28 agosto, e soprattutto da mettere in un angolo del ring le polemiche legate al caso Vlahovic, condannato a rasentare la perfezione per evitare qualsiasi mormorio. La squadra non lo ha abbandonato: lo hanno dimostrato Biraghi e Venuti a Venezia lunedì sera ed ora sanno benissimo che toccherà anche a loro provare a garantire il giusto supporto al compagno, in particolare sul fronte delle munizioni in area. Il Franchi osserverà tutto, in attesa che dal mercato arrivi il futuro re dell'attacco viola.