Il Palermo deve cambiare marcia lontano dal Barbera
I rosanero stentano fuori dalle mura amiche Filippi: «La squadra mi è piaciuta, si è sacrificata e ha lottato». Domenica esame a Vibo Valentia
Anche le vittorie “sporche” hanno un valore. Innanzitutto sulla classifica, perché il Palermo dopo aver battuto e scavalcato la Virtus Francavilla, si ritrova terzo (in nutrita compagnia) come dopo i tre squilli al Foggia e ha persino rimontato due punti al Bari. Poi per l'autostima che si fortifica anche in partite dove c'è più da stringere i denti che da badare alle geometrie. Filippi è consapevole che la squadra mostra ancora seri limiti, emersi nella mezzora in parità numerica nella quale appariva spaventata e non è mai riuscita a girare palla con scioltezza, ma si prende la capacità di lottare che è valsa la maggior parte dei risultati ottenuti al Barbera, dove il ruolino è di assoluto livello: su 7 partite in stagione, comprese le due di Coppa Italia, 6 vittorie e un pareggio, col Catanzaro. A chi sottolinea che i problemi di manovra restano identici, risponde così: «Restando in 10 dopo neppure 30', è naturale impostare una partita di sacrificio e non di palleggio. Per questo elogio i ragazzi. Quanto a me, un allenatore sa di essere sempre in discussione, anche dopo una vittoria».
IMMAGINE SBIADITA. Ancora una volta dunque, il giudizio sulla reale caratura del gruppo viene rinviato ad un test esterno. Perché è lì che i rosanero non concretizzano. Ma il quadro è già delineato, anche se con contorni sbiaditi: il Palermo sembra tatticamente spezzato in due sul piano delle caratteristiche. Difesa e centrocampo da battaglia, attacco denso di qualità che va però rifornita nella maniera adeguata. Il modulo su cui insiste l'allenatore, il 3-4-2-1, dipende essenzialmente dall'assenza di un vero regista (né De Rose né Odjer lo sono) e dunque dalla necessità di sviluppare l'azione in altra maniera, o sulle fasce (per adesso con esiti modesti) o puntando sui trequartisti che si abbassano a ricevere palla e là sono chiamati a velocizzare e inventare qualcosa. La squadra ha fatto meglio nelle gare subito messe in discesa o dove c'era da combattere, anche grazie alla fisicità dei suoi difensori e centrocampisti. Filippi mercoledì ha scelto bene dalla panchina, col cambio tattico che ha infoltito il reparto di mezzo e l'ingresso vincente di Brunori (terzo gol consecutivo al Barbera, secondo da subentrato). Domenica a Vibo ci sarà ancora da correggere la difesa per la sciocchezza di Perrotta (che salterà due turni) con Marconi ed Accardi ancora indisponibili. Il tecnico potrebbe anche prendere in considerazione il 4-3-2-1, quasi in prosecuzione alla gara con la Virtus Francavilla.