Pensioni, uscita graduale dallo schema di Quota 100
Definite le macro-cifre della Legge di Bilancio: i partiti al lavoro Sul tavolo del governo il taglio delle tasse, ma Franco spiega: «Le modalità sono da definire»
sindacati chiedono un confronto "serio" prima della manovra. E di riversare tutti gli otto miliardi del taglio delle tasse sulle buste paga dei lavoratori. Confindustria va all'attacco del reddito di cittadinanza («soldi sprecati se non sarà riformato») e chiede di ridurre i contributi, magari anche un po' per le imprese. E la politica tace. Perché adesso è l'ora della trattativa. Sul fisco, sul Superbonus, ma soprattutto sulle pensioni. Ottenute dopo il via libera del Cdm le macro-cifre della legge di Bilancio - rimaste oscure agli stessi ministri fino all'ultimo - i partiti studiano le tabelle per capire i margini disponibili, non molti a dire il vero, visto che nello schema inviato a Bruxelles le risorse sono già tutte impegnate. E non è detto che bastino a soddisfare tutti i desiderata, nonostante la "coperta" non sia mai stata così lunga come quest'anno. Il Pd riunirà il gruppo lunedì. Matteo Salvini lo fa già in mattinata: «La Fornero o scaloni dal primo gennaio dopo il Covid non sono la soluzione». Sul tavolo, ferme restando le risorse che non si sposteranno dal miliardo e mezzo totale scritto nel Documento Programmatico di Bilancio, rispunta una delle ipotesi tecniche della prima ora, quella di una transizione in 3 anni - più lunga di quella proposta dal Mef all'ultima cabina di regia - che ammorbidirebbe l'uscita da Quota 100 passando per Quota 102 nel 2022, Quota 103 nel 2023 e Quota 104 nel 2024. I sindacati, dal canto loro, chiedono
una vera e propria riforma della Fornero. Anche sulla nuova Cig la partita non sarebbe ancora chiusa: ai sindacati le ipotesi circolate finora, che escluderebbero le imprese più piccole fino a 5 dipendenti, non bastano, perché non coprirebbero "tutti i lavoratori". Ma lo schema è in continua evoluzione e, nelle ultime versioni, comprenderebbe anche i piccolissimi. Ma il dossier potrebbe rimanere aperto anche dopo il varo della manovra, perché i dettagli potrebbero essere demandati a successivi provvedimenti attuativi.
IL FISCO. Lo stesso vale anche per il fisco. L'intento di maggioranza e governo sarebbe quello di cercare un'intesa per far scattare subito il taglio delle tasse, dall'entrata in vigore della legge di Bilancio il primo gennaio. Sulla ricetta, però, ancora non ci sarebbero idee precise, come ammette lo stesso ministro dell'Economia Daniele Franco. «Le modalità di attuazione di questo taglio al prelievo verranno definite nei prossimi giorni e settimane. È importante che il governo e il Parlamento lavorino insieme», sottolinea il titolare di via XX settembre mentre si moltiplicano i "suggerimenti": Cgil, Cisl e Uil, che vogliono essere sentiti "prima" dell'ok al testo - possibile una convocazione per lunedì, con il varo della manovra che per ora si sta cercando di mettere in agenda per martedì - chiedono "un intervento deciso" su lavoratori e pensionati. Carlo Bonomi chiede invece di agire sul costo del lavoro tagliando i contributi ai dipendenti e «se poi quota parte si tagliano i contributi delle imprese - dice - fate una cosa positiva». Il governo in realtà sembrerebbe più orientato a una sforbiciata dell'Irpef, anche se il meccanismo è tutto da decidere. Ma potrebbe dare il via libera anche a un taglio dei contributi a carico dei datori di lavoro (imprese ma anche famiglie) che finanziano gli attuali assegni familiari, visto che da gennaio debutterà l'assegno unico per tutti.