Corriere dello Sport

Godete in allegria gli 1-0 della Juve

- IL MAGO MAX HA RITROVATO LA BACCHETTA D’ORO

Ciao Italo, a me dispiace molto fare la figura del perfettino quando parlo della Juventus, ma, ancor più, a me piace molto divertirmi guardandol­a giocare, e non, come dalle sue partite sia di coppa che di campionato, assistere ad un gioco sempre uguale e sempre sull’orlo del precipizio.

Il fatto che poi arrivi anche a vincere mi lascia l’amaro dappertutt­o perché quello che sto vedendo di questa squadra non è il poter vincere pareggiare o perdere, ma che, solo per attuali miracoli, continua a giocar male e poi magari fa un gol striminzit­o e viva viva Sant’Eusebio protettore anche dell’anima juventina (e di Dybala)...

Io non sopporto quel “ciò che conta è vincere” e non è che digerisca quell’olimpico “importante è partecipar­e” poiché questo prelude di suo ad una molto probabile sconfitta. Qualsiasi squadra giochi al pallone mi fa felice quando vedo il bel gioco, e a prescinder­e dal risultato. La Juventus sono anni che gioca male e che fonda il suo tutto sulla difesa che diventa veramente alla viva il parroco! E con “guru Allegri” che ora dice fiero ai quattro venti il suo «abbiamo ritrovato il gusto di difenderci»...

Sì, ma finché non le busca! E allora, o vincerà ogni cosa al mondo in una maniera striminzit­a e con un calcio arruffone (e io ne sarò giocoforza vilmente “felice”) oppure questa Juve comincerà finalmente a giocar bene e, anche se perde, ne accetterò la ragione ma godrò di cento pali cento traverse e cento parate del portiere a cui aver tentato e ritentato di far gol. Con lo Zenit, viste le rare occasioni avute da entrambe le squadre, il pari sarebbe stato molto più giusto. Poi, avendo noi quel De Sciglio risorto coi suoi soffici cross al bacio, allora è persino bello aspettare una rete all’ottantasei­esimo dimentican­do di aver visto il solito scempio prima e andando a dormire sognando tutt’altre cose belle, sennò non c’è verso che io prenda sonno...

B & G, sostenitor­e delle favole

Oddio, ci risiamo. Dopo una partenza non degna della sua fama di Vittorioso, Allegri riscopre l’importanza dell’Uno a Zero che rilancia una Juve spietata in Champions e “pericolosa” in campionato. Mettendo a tacere gli estetisti e acquisendo alla Santa causa del “primo, non prenderle” commentato­ri illustri e meschini. Non traggano in inganno le sublimi goleade della Champions: osservando­le con occhio competente si scoprirà che - escluso il gol killer di Ronaldo - sono soprattutt­o un rigurgito di qualunquis­mo pedatorio.

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GETTY Max Allegri, 54 anni, mercoledì sul terreno dello Zenit

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