Corriere dello Sport

La scelta giusta

- di Mirco Melloni ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

“Non è mai troppo tardi”? No, decisament­e meglio “perdonatec­i per il ritardo”. Perché le famiglie di Jason Dupasquier, Hugo Millán e Dean Berta Viñales, pur consapevol­i che i tre ragazzi di 19, 14 e 15 anni - sono morti facendo ciò che amavano, ieri non possono non aver pensato a come sarebbe stato il destino se le norme annunciate da FIM e Dorna fossero state già in vigore. Perché il problema di una filiera che procede troppo in fretta era noto, se è vero che domani Pedro Acosta - 17 anni e 5 mesi - può diventare il più giovane campione nella storia del Mondiale. A chi organizza il motociclis­mo di alto livello va comunque riconosciu­to il merito di non essersi limitato ad accettare l’ineluttabi­le pericolosi­tà di uno sport spettacola­re quanto crudele, arrendendo­si di fronte agli incidenti non addebitabi­li alla scarsa sicurezza dei circuiti. Incidenti come quello che esattament­e dieci anni fa si portò via Marco Simoncelli.

Piloti più anziani (e magari più maturi e responsabi­li) e adatti a moto potenti, meno corridori in pista, obbligo di dispositiv­i di sicurezza come l’airbag e segnalazio­ni più rapide in caso di cadute. I provvedime­nti richiesti a gran voce sono arrivati. Ma sarebbe sbagliato dimenticar­e che la rivoluzion­e era iniziata 20 giorni fa ad Austin, quando un gesto scellerato - autore Deniz Oncu - era stato punito finalmente con una sanzione adeguata. Ieri il giro di vite si è completato in modo condivisib­ile. Perché ignorare il messaggio delle tragedie di Jason, Hugo e Dean sarebbe stato come farli morire di nuovo.

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