Mou: Chi c’era prima ha lasciato un disastro
«Sono andati via e ridono, con le tasche piene Non sono uno stronzo, io rispetto i Friedkin»
Alla vigilia della partita con il Napoli il tecnico si scaglia contro la gestione passata: «Qui dobbiamo ripulire tutto»
All’ora dell’aperitivo, José Mourinho non ha tanta voglia di spritz. Se avesse due olive davanti, più che snocciolarle le lancerebbe contro qualcuno. Beve un sorso d’acqua, si sistema dietro alla scrivania, e poi completa l’opera di demolizione cominciata in Norvegia. Stavolta non contro la squadra, o meglio la squadra «che non giocherebbe neppure in Serie B», ma contro chi ha lasciato la Roma ai Friedkin. Non nomina nessuno. Ma è facile intuire che i destinatari siano alcuni personaggi che gravitavano nell’orbita di James Pallotta: «C’è gente che ride di ciò che ha fatto con la Roma. Ride con le tasche piene di soldi. Commissioni, doppie commissioni e poi via da Trigoria. Li cerchi e hanno cambiato numero. I Friedkin e Tiago Pinto hanno trovato tanta merda e hanno speso soldi per pulirla. Solo così si possono creare le condizioni per i successi futuri. Ma serve tempo. Lo sappiamo. E chi pensa che io sia arrabbiato con i Friedkin sbaglia. Mourinho non è uno stronzo e rispetta i Friedkin. Se ha accettato questo lavoro è perché capisce la situazione. Poi è ovvio, sono un allenatore, vorrei due giocatori per ruolo e la possibilità di fare cinque cambi al sessantesimo minuto tutte le volte. In certe posizioni, non li ho, è giusto ammetterlo. Ma riconosco che la proprietà stia facendo degli sforzi incredibili».
ERRORI. Vorrebbe parlare di Roma-Napoli «e del mio amico Spallettone» ma non può non tornare sul duro sfogo di Bodo e sulla tremenda sconfitta: «Quello che è successo non si cancella. Nemmeno se vinciamo questa partita. Anzi già vi dico che al ritorno giocheremo con i titolari e penso che andremo molto avanti in Conference League. Ho sbagliato io a cambiare completamente squadra: in Ucraina avevo fatto un turnover più ragionato che aveva funzionato. Purtroppo ho una piccola cicatrice emotiva che mi ha fatto scegliere: quando sono arrivato alla Roma ho trovato un record di infortuni che mi ha spaventato. Ho preferito non rischiare. Ed è andata malissimo». Per chiosare parafrasa una vecchia massima di Vujadin Boskov: «Meglio perdere una volta 6-1 che sei volte 1-0. Ma certo non dimenticherò quella serata che rimane nella storia della Roma. E nella mia».
«Saluterò volentieri Spalletti. E anche il Napoli dovrà preoccuparsi di noi»
L’AMBIENTE. Contro il Napoli c’è un’occasione di riscatto ma anche un crocevia fondamentale per i tifosi, che finora hanno accompagnato la Roma con grande entusiasmo. Un’eventuale sconfitta come verrebbe presa? Mourinho sorride: «Non penso a un risultato negativo. Penso che si affrontino due squadre forti con due grandi allenatori. Ci preoccuperemo di loro così come Spalletti si preoccuperà di noi. Saluterò volentieri Luciano, è un amico: ridiamo spesso insieme». Sarà un altro scontro diretto, nota dolente degli anni di Fonseca: «Per me c’è solo un complesso. Veniamo da un sesto (in realtà quinto, ndr) e un settimo posto. È limitativo ragionare su altri piani. A me piace giocare le grandi partite ma se le perdo tutte e raggiungiamo gli obiettivi sono contento».