Bartolini d’oro porta l’Italia nella storia
Un sabato da incorniciare: quattro medaglie, quella di Nicola è la più preziosa Primo iridato di sempre nel corpo libero maschile e un titolo che mancava dal ‘97: Chechi agli anelli
Nell’Olimpo dei grandi non si entra mai in punta di piedi. Bisogna spalancare la porta mentre gli dei sono già a cena, sedersi al loro tavolo senza essere invitati. Con coraggio e sfrontatezza. Ed ecco che in un sabato d’ottobre la ginnastica italiana, nella stessa terra giapponese dove aveva esultato per le medaglie a cinque cerchi di Vanessa Ferrari e delle Farfalle della ritmica, scopre un nuovo eroe: si chiama Nicola Bartolini e ieri ha conquistato la medaglia d’oro nei Mondiali al corpo libero.
CAMPIONE. "Bart" scrive il suo nome in un ristretto circolo di idoli assoluti. Franco Menichelli, Jury Chechi e adesso il 25enne sardo, bronzo continentale ai recenti Europei di Basilea. Con il punteggio di 14.800, precedendo di 33 millesimi Kazuki Minami (argento con 14.766) e il finlandese Emil Soravuo (14.700), a Kitakyushu, l’atleta della Pro Patria Bustese ha conquistato il primo oro iridato nella storia della Federginnastica in questa specialità.
L’Italia mancava sul podio da Dortmund 1966 (bronzo di Menichelli, l’olimpico di Tokyo 1964), mentre per trovare un’altra medaglia d’oro maschile bisogna arrivare a Losanna 1997, con lo show di Chechi agli anelli. Bartolini, all’epoca, aveva solo un anno. E neppure dopo le premiazioni riesce a credere di aver scritto questa pagina di storia. Non svegliatelo, ora si trova in un universo tutto suo.
«Sono campione del mondo, sono campione del mondo – ripete incredulo il ragazzo scoperto da Gian Paolo Murtas – Non ho parole per descrivere la mia felicità. È stato un lungo percorso, ma ho tirato fuori gli artigli al momento giusto e ho avuto anche un pizzico di fortuna, che non guasta mai».
CORAGGIO. Nella gara di ieri i favori del pronostico erano tutti per il filippino campione uscente, Carlos Edriel Yulo, entrato in finale con il miglior punteggio provvisorio. L’italiano, secondo in qualifica, ha aumentato la difficoltà del suo esercizio con 4 decimi sulla nota di partenza grazie al primo salto, i due avvitamenti e mezzo avanti d’ingresso e il mezzo giro nel doppio carpio.
«Voglio ringraziare tutto lo staff del centro tecnico di Milano e il presidente della Federazione, Tecchi, per aver creduto in me. il mio risultato lo condivido con tutti. Quando Carlos Yulo è andato fuori pedana ho realmente concretizzato che si poteva ambire a qualcosa di grande, era lui l’avversario da battere. Ma non pensavo di vincere».
VERSO PARIGI. Bartolini aveva mancato la qualificazione olimpica insieme alla squadra ed è riuscito a salire sul gradino più alto del podio dopo 4 partecipazioni ai campionati del mondo. «Il ragazzo che ha fatto nel 2014 il primo Mondiale in Cina è cambiato tanto sia nella metodologia di lavoro sia nell’approccio alla ginnastica. Finalmente si vedono i risultati. Dedico la medaglia alla mia famiglia, alla mia ragazza, al mio allenatore Paolo Pedrotti, ad Alberto
Busnari, a tutti i ragazzi di Milano, a quelli che sono qui in Giappone e a Paolo Bucci che è sempre pronto a sostenermi».
Nel suo futuro c’è Parigi 2024 e tante altre competizioni da vivere coi gradi del protagonista. «Ora mi aspetto una statua con la mia faccia» ha scherzato.
«Sono campione del mondo, ho tirato fuori gli artigli. Non riesco a dire la felicità»
MENICHELLI. In serata sono arrivati anche i complimenti di Menichelli, che a 80 anni si dichiara felice e realizzato perché da agosto
ha visto due campioni eguagliarlo: prima Vanessa Ferrari con la medaglia d’argento a Tokyo, poi Nicola Bartolini. «Quando vinci significa che sei il più forte - ha dichiarato il mito vivente della ginnastica italiana - Al massimo io arrivai al bronzo, per due volte, a Praga nel 1962 e a Dortmund nel ‘66. Il corpo libero è l’attrezzo simbolo sia della maschile sia della femminile, per la sua acrobatica spettacolare, sono felice per Nicola e spero che questo sia soltanto l’inizio di una splendida carriera. Mi fa molto piacere anche per Asia D’Amato e per i due anellisti, Lodadio e Maresca. La ginnastica italiana sta vivendo un nuovo Eldorado».
CHECHI. In serata il messaggio di Juri Chechi. «Finalmente un altro italiano è campione mondiale, anche se in un’altra specialità. Complimenti a Nicola e che sia il primo di tanti altri successi».