Corriere dello Sport

Spalletti stop ricorso pronto per la revoca

Se otterrà solo uno sconto domani contro l’Atalanta toccherà al vice Domenichin­i

- Di Fabio Mandarini NAPOLI

Mercoledì una collezione di danni e ieri, come una ciliegina marcia su una torta andata a male, la beffa: squalifica­to per due giornate. Il primo momento complesso e amaro di Luciano Spalletti da quando è allenatore del Napoli è compiuto: gli infortuni di Fabian, Insigne e Koulibaly, che si aggiungono a quelli di Anguissa e Osimhen; il pareggio con il Sassuolo che vale un dolore per tutto ciò che è accaduto, compreso un fallo di Defrel su Rrahmani precedente a quello di Demme; la squalifica figlia dell'espulsione causata proprio dalle proteste dopo il pari che, se il ricorso - su tutte e due le giornate - annunciato dal club non sarà accolto, o lo sarà solo parzialmen­te, gli impedirà di andare in panchina già domani con l'Atalanta, una delle squadre più in forma e temibili del campionato. Può bastare? Verrebbe da dire: per lo meno il Napoli è ancora al primo posto da solo, nonostante Milan e Inter abbiano accorciato portandosi rispettiva­mente a -1 e -2, ma va da sé che il signor Luciano dovrà inventarsi qualcosa per tenere botta fino alla pausa di Natale. E mica soltanto lui: i sostituti del comandante Kalidou e compagni dovranno dare le risposte e la reazione che l'allenatore, da grande motivatore, ha già chiesto subito dopo il Sassuolo. E per il resto, beh, non resta che invocare un po' di buona sorte.

PRESSIONE E TENSIONE. E allora, cercansi duri vestiti d'azzurro: perché il gioco, ora, si è fatto davvero molto duro. In casi come questo, dove a un certo punto a fare la formazione è quasi il medico più che il tecnico, servono calma e sangue freddissim­o, e sotto questo aspetto Spalletti potrebbe tenere lezioni all'università: ha vissuto e gestito casi tremendi, da Totti a Icardi, dando comunque dimostrazi­one di riuscire a rendere sotto pressione e tensione, però dall'Inter al Sassuolo, e dunque in undici giorni appena, ha perso in serie la spina dorsale e i cervelli della sua squadra. La famosa maledizion­e della Coppa d'Africa, se vogliamo aggiungere un pizzico di romanzo alla cronaca, ma soprattutt­o le inevitabil­i conseguenz­e dei ritmi forsennati del calcio da giugno 2020 a oggi. E domani: giorno di un'altra partita fondamenta­le in chiave scudetto con l'avversario peggiore possibile; giorno della terza passerella in sette giorni.

IL CASO. Gli infortuni, comunque, erano un dato già assimilato mercoledì notte dopo la partita, certo, mentre del tutto sorprenden­te è stata la comunicazi­one giunta ieri mattina a firma del Giudice Spor

tivo, dopo l'espulsione decisa da Pezzuto poco dopo il 2-2 del Sassuolo: «Squalifica per due giornate a Luciano Spalletti per avere, al 47' del secondo tempo, contestato una decisione arbitrale indirizzan­do reiteratam­ente al direttore di gara espression­i gravemente irriguardo­se; recidivo», si legge nella nota della Lega. Il Napoli presenterà il ricorso e contesterà, tra l'altro, la recidiva: che si riferisce all'espulsione discutibil­e dell'Olimpico con la Roma, quando cioè l'arbitro Massa interpretò i compliment­i di Spalletti con una forma d'ironia. Fatto sta che se il reclamo non sarà accolto, o magari a metà, domani il signor Luciano non potrà dirigere i suoi con l'Atalanta al Maradona: toccherà a Domenichin­i,

il suo vice, e per quanto sia assolutame­nte qualificat­o e altrettant­o bravo è ovvio che da un punto di vista mentale si tratta di un altro gancio sinistro al volto della squadra.

Il club contesterà le motivazion­i del giudice sportivo per l’espulsione

SPERANZA DRIES. Peserà, anzi peserebbe l'assenza di Spalletti proprio come quella di Koulibaly: sarà Juan Jesus a fare coppia con Rrahmani. E se alla fine Fabian e Insigne alzeranno definitiva­mente bandiera bianca, allora sarebbero Demme ed Elmas a giocare rispettiva­mente a centrocamp­o e nei tre dietro la punta. Il vecchio, grande Dries: lo zampino nel primo e la firma d'autore in calce al secondo gol con il Sassuolo. Il terzo in due partite da quando Osimhen non c'è: ecco, sembrava che l'assenza di Osi avrebbe spaccato in due il cuore azzurro e invece il signore dei record ha ricomincia­to a fare scintille e a migliorare se stesso e la storia. Mai dire mai, mai sentirsi perduti: l'esempio di nome Mertens è la speranza a cui il Napoli dovrà aggrappars­i.

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ANSA Luciano Spalletti lascia il campo dopo il cartellino rosso

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