Corriere dello Sport

Arriva la “sua” Inter Mou sceglie il silenzio

Oggi niente conferenza stampa, vuole restare vicino alla squadra alla vigilia di una sfida molto delicata

- Di Guido D’Ubaldo ROMA

Mourinho contro gli arbitri. Espulso, ammonito, richiamato. Lo Special One è spesso preso di mira dai direttori di gara, ai quali non risparmia critiche da quando è tornato in Italia. Domenica il confronto con Pairetto davanti allo spogliatoi­o dopo la partita è stato molto duro, ma si è concluso in qualche modo con un chiariment­o. C’erano anche alcuni dirigenti del Bologna. La proprietà appoggia l'allenatore nella sua battaglia, soprattutt­o intende tutelare Nicolò Zaniolo, che rappresent­a un patrimonio della società. Il malessere di Mourinho, la sua rabbia, sono evidenti nella scelta che ha fatto ieri, quando ha annunciato che oggi non si presenterà in conferenza stampa alla vigilia di Roma-Inter. Dopo il ko di Bologna, domani i gialloross­i affrontera­nno la squadra di Simone Inzaghi all’Olimpico. C’era grande attesa per le dichiarazi­oni dello Special One, per la prima volta contro la sua storia da quando è in Italia. L’allenatore ha motivato il suo forfait con la necessità di stare il maggior tempo possibile con la squadra per preparare una partita che si preannunci­a molto delicata per le numerose assenze che penalizzer­anno la Roma. Mourinho inoltre ha fatto sapere di non

avere nulla da aggiungere a quanto dichiarato mercoledì sera, quando aveva puntato il dito contro l’operato dell’arbitro, facendo passare in secondo piano la scialba prova della squadra. Domani per un uomo della sua sensibilit­à non sarà una partita come tutte le altre. Avrebbe voluto affrontare l’Inter con un altro stato d’animo, con una formazione più attrezzata e invece sa che sarà dura, durissima.

GUERRA AGLI ARBITRI. La sua posizione non cambia, quello che doveva dire lo ha detto a Pairetto, non vuole tornare su quelli che sono stati i torti subiti dalla Roma in questo campionato. «Siamo soli contro tutto e tutti», ha ringhiato mercoledì a Bologna. Il rapporto con gli arbitri è complicato, il portoghese si sente tartassato, è sempre ammonito o richiamato, mentre ad altri allenatori invece non succede niente. Lui, appena prova a dire qualcosa, viene ammonito. Massa estrasse il cartellino rosso nella partita contro il Napoli a seguito delle proteste per un mancato fallo su Zaniolo. Squalifica­to a Cagliari, Mourinho è tornato in panchina contro il Milan, ma anche in quella occasione ha avuto molto da ridire con il quarto uomo. Quella sera l’allenatore si è presentato davanti ai giornalist­i dicendo di non voler parlare per non rischiare una lunga squalifica. La guerra personale che sta conducendo contro il mondo arbitrale è una strategia, per compattare il gruppo e spostare l’attenzione verso i direttori di gara. Ha accettato di guidare la Roma che veniva da una stagione conclusa in modo molto negativo, nella quale ha addirittur­a rischiato di non qualificar­si alla Conference Legaue. Non sono arrivati i rinforzi che aveva chiesto, è venuto a Roma per un progetto a lungo termine che non lo obbliga a vincere subito. Sarebbe ingeneroso buttare la croce addosso a Mourinho, ma alla squadra manca ancora qualcosa di suo.

RITARDO. La sconfitta di Bologna è stata un passo indietro rispetto alle ultime partite. La Roma accusa un ritardo di cinque punti rispetto alla passata stagione. La cura Mourinho non fa effetto e il tecnico avverte il rischio di restare fuori dalla Champions. Pur con tutte le attenuanti di una rosa che considera incompleta e nell’attesa dei rinforzi di gennaio, che gli sono stati garantiti da Friedkin, alla Roma manca continuità di risultati. Negli ultimi dieci campionati solo nel secondo anno di Di Francesco, che poi pagò con l’esonero, la squadra era così indietro in classifica dopo 15 giornate.

Mercoledì ha puntato il dito contro gli arbitri domani una partita dal sapore particolar­e

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GETTY José Mourinho, 58 anni

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