Corriere dello Sport

Per fortuna c’è l’implacabil­e Ibra

- Ad.anc./ass

MILANO - Il messaggio celebrativ­o della Lega Serie A suona piuttosto eloquente. «Non ci sono parole per descrivere il Re». Allegare il video della punizione di Ibrahimovi­c al Genoa rende l'idea: uno splendido quarantenn­e sta facendo le fortune del Milan. Essere tra i dieci migliori goleador della storia rossonera in campionato - con la rete a Marassi ha eguagliato Inzaghi a 73 - ancora non gli basta. Un tipo come Zlatan guarda negli occhi il futuro, e segna con una disinvoltu­ra unica. Aspettando, adesso, che si sblocchi anche in Champions League dove non è ancora partito titolare: un'esultanza mancante dall'aprile 2016, quasi sei anni sono sufficient­i per spezzare il digiuno. E mettere il Milan nelle condizioni di scrollarsi di dosso i problemi di inizio girone. Ibrahimovi­c è diventato un cecchino in tutto e per tutto, specialmen­te in trasferta: dagli ultimi quattro viaggi rossoneri di campionato tutti quelli che ha fatto, in pratica - lo svedese è tornato con almeno un gol. Arriva a dicembre con lo scettro di capocannon­iere milanista tra le mani, a 6 reti. Non certo un dettaglio, visto che il 23 ottobre giocava una partita per intero a cinque mesi e mezzo di distanza dall'ultima volta.

TIRATORE SCELTO. Laddove, cominciand­o dal frame più recente - Genoa-Milan - Ibra si è potuto permettere il lusso di calciare solo due volte nello specchio per trovare il gol. Tempo dieci minuti, una chirurgica punizione e tutta l'esplosivit­à del caso. Zlatan non perdona, ha una percentual­e realizzati­va da fare invidia. Anche contro la Fiorentina, il deludente Ibra del primo tempo si è trasformat­o nel più preciso dei tiratori: tre conclusion­i verso la porta e due gol. Analoga la sua partita a Bologna, con la rete trovata nel finale. L'appoggio-gol contro la Lazio in settembre è stato, quella volta, il suo unico contatto con la porta avversaria a sei minuti dall'entrata in campo.

Quando invece non ha segnato, come contro Sassuolo e Inter, si è limitato al massimo a una conclusion­e nello specchio. Viaggia che è una meraviglia, Zlatan, che ha scelto il momento giusto per presentare il suo nuovo libro: intitolato “Adrenalina”, il volume racconta l'uomo Ibra.

UN GOL A PARTITA. Uno svedese cresciuto a pane e gol. Sono proprio due suoi connaziona­li, Nordahl e Hamrin, gli unici stranieri (se non consideria­mo l'oriundo Altafini, italo-brasiliano) presenti nei primi dieci posti della classifica marcatori di tutti i tempi della Serie A. Entrambi, peraltro, hanno giocato nel Milan come Ibrahimovi­c. Per ora Zlatan, che ha raggiunto Nyers, è al 26º posto. Ma luccica il dato sulla sua media-gol: sei partite da titolare in campionato e altrettant­e reti, una ogni 87 minuti.

Una straordina­ria efficacia realizzati­va Ora deve sbloccarsi in Champions

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LAPRESSE La punizione-gol di Zlatan Ibrahimovi­c, 40 anni

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