Sarri triste «Mancata la svolta»
Il tecnico ha perso le staffe dopo il rocambolesco finale «Non possiamo definirci squadra Stiamo sbagliando tantissimo Abbiamo bisogno di 2-3 rinforzi»
La giostra delle reazioni e delle speranze, degli errori e degli orrori. Era persa, compromessa. Poi sembrava fatta, una rimontona caratteriale che aveva cancellato (parzialmente) i disastri del primo tempo. Maurizio Sarri ha perso le staffe dopo il gol di Arslan e la rissa che si è scatenata all'altezza della sua panchina. Ha sbattuto le mani sull'erba, rammarico alle stelle, ha lanciato via il cappellino con cui si era riparato dalla pioggia durante l'intera partita. Un finale concitato a dir poco, la tensione ha preso il sopravvento, Walace ha rimediato il cartellino rosso. È successo di tutto per le montagne russe umorali su cui aveva viaggiato l'intera gara. Il tecnico biancoceleste ha espresso tutto il dispiacere: «Il primo tempo è stato confusionario, eravamo attivati ma poco ordinati. Volevamo rifarci di Napoli oppure mettere a posto tutto in mezzora, troppa frenesia. C'è stata la reazione, rimane il rammarico per il pareggio subìto al 97' in una situazione che rivedendola non capisco. C'era una trattenuta su Zaccagni, non fallo per loro. Sarebbe stato un bel segnale vincerla così, forse la svolta. Non siamo stati neanche fortunati, però senza solidità essere sfortunati diventa facile».
SQUADRA SCARICA. La Lazio non riesce a essere continua: «Abbiamo momenti illogici, abbiamo perso una palla al terzo minuto di recupero, vuol dire essere istintivi e umorali, si sta cercando di portare la squadra a ragionare di più». Il 4-4 al fotofinish ha spazzato via la soddisfazione del ribaltone: «Ero arrabbiato all'intervallo,
ma ho detto ai ragazzi che c'erano margini di vittoria alzando i ritmi. Abbiamo pagato un gap fisico con l'Udinese, poi siamo andati con troppi giocatori sopra la linea della palla, per 20 minuti abbiamo solo rincorso». È mancato l'equilibrio inizialmente, la freddezza e la concentrazione nel finale. Sbagli ripetuti, individuali e collettivi. Nel conto totale troppe ingenuità per portare a casa il risultato pieno: «Ci sono tante difficoltà, ogni tanto sembra che abbiamo acquisito certi concetti, poi vengo smentito la partita dopo. Dobbiamo trovare delle certezze, non possiamo definirci una vera squadra nel senso pieno della parola. Dietro abbiamo sofferto, non è solo un discorso di difesa, se ci beccano così a campo aperto vuol dire che i centrocampisti non erano posizionati bene. Stiamo sbagliando e pagando tantissimo».
RINFORZI. La Lazio ha incassato 29 reti in 15 giornate, così non si può sognare: «Abbiamo anche dei momenti in cui giochiamo da squadra, ho visto gli occhi dei giocatori nel riscaldamento, erano diversi da quelli di Napoli. Serve una determinazione costante, invece ogni tanto arriviamo scarichi. Vero che giocare di giovedì sera può comportare problemi, ma a volte siamo riusciti lo stesso a fare buone partite. Parlo di attivazione mentale, a volte purtroppo ci spegniamo». A gennaio servirebbero dei rinforzi: «Dipende da quello che dirà la società, abbiamo bisogno di qualche operazione, poi può essere importante oppure un giovane, sicuramente qualcosa dobbiamo fare. Se lo faremo in 2 o 3 sessioni di mercato dipenderà dalle scelte della società».