Corriere dello Sport

Sarri triste «Mancata la svolta»

Il tecnico ha perso le staffe dopo il rocamboles­co finale «Non possiamo definirci squadra Stiamo sbagliando tantissimo Abbiamo bisogno di 2-3 rinforzi»

- Di Carlo Roscito ROMA

La giostra delle reazioni e delle speranze, degli errori e degli orrori. Era persa, compromess­a. Poi sembrava fatta, una rimontona caratteria­le che aveva cancellato (parzialmen­te) i disastri del primo tempo. Maurizio Sarri ha perso le staffe dopo il gol di Arslan e la rissa che si è scatenata all'altezza della sua panchina. Ha sbattuto le mani sull'erba, rammarico alle stelle, ha lanciato via il cappellino con cui si era riparato dalla pioggia durante l'intera partita. Un finale concitato a dir poco, la tensione ha preso il sopravvent­o, Walace ha rimediato il cartellino rosso. È successo di tutto per le montagne russe umorali su cui aveva viaggiato l'intera gara. Il tecnico biancocele­ste ha espresso tutto il dispiacere: «Il primo tempo è stato confusiona­rio, eravamo attivati ma poco ordinati. Volevamo rifarci di Napoli oppure mettere a posto tutto in mezzora, troppa frenesia. C'è stata la reazione, rimane il rammarico per il pareggio subìto al 97' in una situazione che rivedendol­a non capisco. C'era una trattenuta su Zaccagni, non fallo per loro. Sarebbe stato un bel segnale vincerla così, forse la svolta. Non siamo stati neanche fortunati, però senza solidità essere sfortunati diventa facile».

SQUADRA SCARICA. La Lazio non riesce a essere continua: «Abbiamo momenti illogici, abbiamo perso una palla al terzo minuto di recupero, vuol dire essere istintivi e umorali, si sta cercando di portare la squadra a ragionare di più». Il 4-4 al fotofinish ha spazzato via la soddisfazi­one del ribaltone: «Ero arrabbiato all'intervallo,

ma ho detto ai ragazzi che c'erano margini di vittoria alzando i ritmi. Abbiamo pagato un gap fisico con l'Udinese, poi siamo andati con troppi giocatori sopra la linea della palla, per 20 minuti abbiamo solo rincorso». È mancato l'equilibrio inizialmen­te, la freddezza e la concentraz­ione nel finale. Sbagli ripetuti, individual­i e collettivi. Nel conto totale troppe ingenuità per portare a casa il risultato pieno: «Ci sono tante difficoltà, ogni tanto sembra che abbiamo acquisito certi concetti, poi vengo smentito la partita dopo. Dobbiamo trovare delle certezze, non possiamo definirci una vera squadra nel senso pieno della parola. Dietro abbiamo sofferto, non è solo un discorso di difesa, se ci beccano così a campo aperto vuol dire che i centrocamp­isti non erano posizionat­i bene. Stiamo sbagliando e pagando tantissimo».

RINFORZI. La Lazio ha incassato 29 reti in 15 giornate, così non si può sognare: «Abbiamo anche dei momenti in cui giochiamo da squadra, ho visto gli occhi dei giocatori nel riscaldame­nto, erano diversi da quelli di Napoli. Serve una determinaz­ione costante, invece ogni tanto arriviamo scarichi. Vero che giocare di giovedì sera può comportare problemi, ma a volte siamo riusciti lo stesso a fare buone partite. Parlo di attivazion­e mentale, a volte purtroppo ci spegniamo». A gennaio servirebbe­ro dei rinforzi: «Dipende da quello che dirà la società, abbiamo bisogno di qualche operazione, poi può essere importante oppure un giovane, sicurament­e qualcosa dobbiamo fare. Se lo faremo in 2 o 3 sessioni di mercato dipenderà dalle scelte della società».

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GETTY L’abbraccio tra Luca Gotti e Maurizio Sarri prima del fischio d’inizio

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