Hamilton porta l’ arcobaleno «Qui non mi sento a mio agio»
L’inseguitore di Verstappen per il Mondiale richiama l’attenzione sui diritti umani «La legge Lgbtq+ è terrificante. Indosserò il casco speciale del Qatar Esserci per aumentare la consapevolezza. Serve un cambiamento»
Giornata di studio allo sbarco saudita della Formula 1, parole neanche abrasive, almeno sul fronte del duello che vede Max Verstappen e Lewis Hamilton in lotta per il Mondiale. Il pluricampione e Seb Vettel hanno fatto però ancora una volta la differenza parlando di rispetto dei diritti umani, di uguaglianza e di diversi orientamenti sessuali, in un posto in cui ciò disturba il regime e infastidisce la stessa Formula 1, inteso come promotore e titolare del business.
Intanto i cantieri attorno alla pista sono ancora attivi per ultimare le strutture in una vera corsa contro il tempo. Ricordiamo che lo stesso avvenne nel 2010 in Corea ovviamente del Sud, a Yeongam, posto in cui si eccedeva agli antipodi culturali: quella cittadina era a misura di turismo sessuale.
CARISMATICO. Le luci rimangono dunque puntate sul pluricampione, molto più carismatico rispetto a Max, per quanto in pista i due quasi si equivalgano. «Qui ho avuto un caloroso benvenuto – ha dichiarato Hamilton –, ma non posso dire di sentirmi a mio agio, né ho scelto io di esserci». Ma il discorso che in questo week end riguarda Formula 1 è più vasto nell’ambito dello sport tra Dakar e Formula E, golf e Supercoppa di calcio. «Che sia giusto o sbagliato esserci, bisogna aumentare la consapevolezza – ha osservato Lewis – Se qualcuno vuole prendersi il tempo di andare a vedere qual è la legge per la comunità Lgbtq+, è piuttosto terrificante. Servono cambiamenti. Io avrò anche qui e ad Abu Dhabi il casco speciale (con i colori dell’arcobaleno, ndr) del Qatar».
Non è stato da meno Vettel, che ha organizzato una gara di kart solo per donne, in un Paese nel quale queste sono state ammesse a guidare l’auto solo nel 2018.
IL PIÙ IMPORTANTE. Oggi la concentrazione si sposterà su altro, giacché parlerà la velocissima pista del Jeddah Corniche Circuit. «L’ottavo titolo sarebbe per me quello con più significato – ha spiegato il campione della Mercedes – Nessuno ci è mai riuscito prima. E la lotta di quest’anno è qualcosa che non si vede da tanto tempo a questa parte. Ma io sono molto rilassato: non è la prima volta che lotto per il titolo». Però è la prima in cui si trova a dover inseguire a due GP dalla fine: otto punti lo dividono dalla leadership di Verstappen.
Più bizzarra che sorprendente l’osservazione riservata a Hamilton da Bernie Ecclestone. L’ex boss della Formula 1 si è detto «sorpreso che all’inizio dell’anno Lewis non abbia annunciato il ritiro dalla Formula 1, dicendo di non voler vincere più dei suoi sette titoli, qualcosa come: “Preferisco che quel record resti a Michael”».
Un gesto da Libro Cuore, una cosa alla Garrone che non ha punti di contatto con lo sport di vertice, né tantomeno con il divorante egoismo che caratterizza i grandi della Formula 1. Ed Ecclestone lo sa meglio di chiunque altro.
BELLA FORZA. Sull’altro fronte Verstappen ha sottolineato la superiorità della Mercedes come per provocare il rivale, sminuendo le sue capacità: «Siamo entrambi grandi piloti – ha detto ieri Max – solo che lui è stato più fortunato a sfruttare una vettura così vincente per tanto tempo».
Però non funziona, la strategia non è nuova, a suo tempo Fernando Alonso stuzzicava così Vettel che vinceva serialmente con la Red Bull, ma il fastidio che gli arrecava spariva sotto il peso dei risultati.
Intanto il dirigente Helmut Marko ha dichiarato: «Un cambio di motore per Verstappen non è previsto in Arabia Saudita al momento. Se arriverà, sarà ad Abu Dhabi». Ma sono parole da prendere con le molle, e stasera sapremo davvero.