Corriere dello Sport

«L’Italia è un modello ho esultato per Jacobs»

Parla Sebastian Coe, numero di World Athletics: le nomination mancate, i successi azzurri, gli scenari «L’Award segue criteri statistici ma per Marcell è solo rinviato. Che festa in tribuna il giorno dei 100»

- Di Franco Fava MONTECARLO

«Isuccessi dell'atletica italiana all'Olimpiade di Tokyo sono un esempio per tutto il nostro mondo». Dice il numero uno di World Athletics Seb Coe a margine della notte degli Oscar che ha assegnato gli Awards ai big della stagione. Tra questi il Premio Ispirazion­e è andato a Gianmarco Tamberi in coabitazio­ne con l'amico rivale Mutaz Barshim, con il quale aveva condiviso l'oro ai Giochi nell'alto. Ma nessun riconoscim­ento per il doppio oro olimpico Marcell Jacobs.

Ha condiviso l'esclusione di Jacobs dalle nomination?

«Abbiamo seguito il solito metodo, io non sono intervenut­o ma a decidere non sono stati solo gli statistici. C'era almeno un'altra decina di campioni meritevoli: Marcell ha dimostrato di essere un grande campione, il premio Award per lui è solo rinviato».

I maligni dicono che la sua esclusione sia stata ispirata da una certa stampa anglosasso­ne.

«Io sono stato il primo a difenderlo, quando dicevano che aveva vinto la gara regina dei 100 uno che veniva dal nulla. Ero in tribuna con Malagò e Mei il giorno della finale e forse ho gioito anche più di loro».

E' rimasto sorpreso dalle cinque medaglie d'oro dell'Italia?

«Sarei falso se dicessi di no. Ma quello che ha fatto l'atletica italiana è stato grandioso. Me le sono godute tutte, anche sulle strade di Sapporo quando ho assistito ai due ori della marcia

con Stano e Palmisano. L'ultima sera sono stato ospite di Malagò a Casa Italia e anch'io mi sono sentito italiano. I vostri successi sono andati oltre quelli olimpici, perché vi siete distinti anche a livello giovanile agli Europei U.23, senza parlare di Tamberi, primo italiano ad aggiudicar­si il trofeo

Diamond League».

E' stato un anno incredibil­e per tutta l'atletica: nonostante le restrizion­i sono stati migliorati 14 record mondiali all'aperto, di cui ben 9 in pista (8 nelle specialità olimpiche).

«Anche nel 2020 ce ne sono stati tanti. Tanti progressi sono figli dell'ottimo livello dei Mondiali 2019 di Doha, tecnicamen­te la migliore edizione iridata di sempre».

Si aspettava il successo di tutta l'atletica a Tokyo?

«Ci siamo battuti durante la pandemia per gli atleti di tutto il mondo e per alcuni in aree più compromess­e dal lockdown ne abbiamo anche finanziato la preparazio­ne. Siamo stati resilienti e fantasiosi. Abbiamo fatto di tutto per portare ai Giochi il maggior numero di atleti: sui 2000 in gara, il 75% era alla prima Olimpiade. Non potevamo distrugger­e i loro sogni».

Il 2022 come se lo immagina?

«Andremo ancora alla grande e ci saranno tante sorprese perché l'atletica gode ottima salute. Ci aspettano stagioni ricche di appuntamen­ti importanti dove l'Italia continuerà ad avere ruoli importanti: Mondiali indoor a Belgrado a marzo e outdoor a luglio a Eugene, cui seguiranno gli Europei di Monaco di Baviera. Guardando più avanti ci aspettano i Mondiali di Budapest 2023, poi l'Olimpiade di Parigi nel 2024 e a marzo assegnerem­o la rassegna iridata 2025, tra i candidati c'è Tokyo».

Sì, ma intanto tra meno di quattro mesi ci sono i Mondiali indoor a Belgrado, non teme nuove limitazion­i legate alla nuova variante Covid?

«L'esperienza maturata in quasi due anni ci ha insegnato molto. Ora siamo preparati a dialogare con tutti, dai governi alle compagnie aeree. Sono stato a Belgrado giorni fa ed è già tutto pronto. Ma chi può dire cosa accadrà tra una settimana o un mese?».

Nella riunione del Council di questi giorni avete assegnato a Riga nel 2023 i Mondiali del road running. Di cosa si stratta?

«Sarei falso se dicessi che i 5 ori italiani non mi hanno sorpreso ma è merito di un lavoro grandioso che va oltre Tokyo»

«Ci stiamo aprendo al grande mondo delle corse su strada, d'élite e di massa, su distanza che vanno dal miglio alla mezza maratona passando anche per i 5 km e 10 km».

Si chiama “Final Three”, la controvers­a norma introdotta nei meeting nelle gare di salti orizzontal­i e lanci, in cui si azzerano i risultati precedenti, anche se migliori, assegnando la vittoria solo con gli ultimi tre salti o lanci. Pensate di cambiarla?

«L’atletica gode di ottima salute e anche nel 2022 andremo alla grande Il Covid? Abbiamo imparato molto in questi due anni»

«Ne discuterem­o tra due settimane nel direttivo della Diamond League che si riunisce a Roma. Sul tavolo c'è la proposta di tornare alla regola precedente. Vediamo. L'obiettivo è di creare sempre più interesse di pubblico e tv verso i concorsi».

La sua federazion­e è stata la prima a svolgere un'indagine sugli abusi a sfondo sessista e razziale tra gli atleti con risultati sconvolgen­ti.

«Abbiamo analizzato 240.000 tweet di circa 200 atleti in gara a Tokyo. I risultati ci devono far riflettere: l'87% delle atlete è stata vittima di abusi via social. E' inaccettab­ile!».

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GETTY Marcell Jacobs, 27 anni, oro a Tokyo nei 100 e nella 4x100
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GETTY Sebastian Coe, 65 anni
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Al terminal 1 dell’aeroporto di Fiumicino sono comparsi ai banchi check-in, i primi loghi della nuova compagnia ITA Airways
ANSA C’è ITA a Fiumicino Al terminal 1 dell’aeroporto di Fiumicino sono comparsi ai banchi check-in, i primi loghi della nuova compagnia ITA Airways

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