Il Cio: «Incontreremo Peng Shuai a gennaio»
Nella nota: «Già concordato, stiamo affrontando la questione con le organizzazioni sportive cinesi»
Se la situazione di Peng Shuai non sarà completamente chiarita, la WTA è disposta a cancellare i tornei in Cina anche dopo il 2022. «Vorremmo parlare direttamente con lei, assicurarci che sia libera e non sottoposta a coercizioni – ha detto il Ceo Steve Simon all'Associated Press -, e che sia avviata un'indagine completa e imparziale sulle sue accuse». Altrimenti la sospensione dei tornei in Cina per il 2022 potrebbe diventare una cancellazione più lunga.
La più forte contrapposizione fra il governo di Xi Jinping e un'organizzazione sportiva è la coda lunga delle accuse che l'ex campionessa Slam e numero 1 del mondo in doppio aveva rivolto all'ex vicepremier cinese, Zhang Gaoli. In un messaggio sul social network Weibo rivelava lo scorso 2 novembre che Gaoli l'aveva costretta a un rapporto sessuale. Di Peng Shuai si erano perse le tracce per due settimane. L'opinione pubblica e i grandi campioni si erano mobilitati, poi il presidente del Cio Thomas Bach aveva annunciato di averle parlato, in video-chiamata, per mezz'ora. Ieri il Comitato olimpico ha parlato di una seconda conversazione.
L'INVITODELCIO. «Le abbiamo offerto un ampio supporto, resteremo in contatto con lei e abbiamo già concordato un incontro di persona a gennaio - si legge in una nota del Comitato -. Stiamo affrontando la questione direttamente con le organizzazioni sportive cinesi. Utilizziamo la diplomazia silenziosa».
Ma alla WTA evidentemente non basta, se Simon è disposto a perdere milioni di euro. I nove tornei in calendario nel 2019 in Cina, infatti, offrivano un montepremi complessivo di 30,4 milioni di dollari. Nella somma rientrano anche i 14 milioni di prize money della prima edizione a Shenzhen delle WTA Finals, il doppio dell'edizione precedente. L'accordo per disputare il torneo a Shenzhen per dieci anni è il più significativo in 45 anni di storia delle Finals, peraltro cancellate nel 2020 e spostate a Guadalajara nel 2021 a causa del Covid-19.
Ma potrebbe saltare, insieme al contratto decennale da 120 milioni di dollari con la piattaforma di streaming iQiyi per la trasmissione dei tornei di tennis in Cina. Simon, appoggiato anche da Amnesty International, non molla. «Se lo facessimo, diremmo al mondo che va bene non prendere le accuse di molestie sessuali seriamente perché sono vicende troppo complesse – ha detto all'Associated Press - e non possiamo permettere che succeda».