Pinot: lite, pugni e insulti «Dovevo morire forse?»
La judoka, oro a Tokyo, pubblica il volto tumefatto
Se le parole non bastano allora guardate la foto. La campionessa olimpica di judo francese Margaux Pinot ha denunciato di aver subito violenza domestica dal compagno e allenatore Alain Schmitt, accusato di averla presa a pugni e di aver tentato di strangolarla nel corso di una lite nel fine settimana a Parigi. L’uomo, hanno riferito i media, è stato arrestato, ma ha negato ogni accusa definendola “falsa al 100%” e ha accusato Pinot di avere iniziato la lite. È stato prosciolto e liberato da un tribunale: secondo il giudice non ci sarebbero “sufficienti prove di colpevolezza” per procedere. La sportiva di 27 anni ha reagito, poco dopo l’udienza, pubblicando sui social media una fotografia del proprio volto gonfio e tumefatto, segnato da tagli e cicatrici. Ha scritto: «Quanto vale la loro difesa diffamatoria contro le mie ferite e il sangue sparso sul pavimento del mio appartamento? Cosa mancava? La morte alla fine, forse? Probabilmente è stato il judo a salvarmi. E il mio pensiero va anche a chi non può dire lo stesso». La campionessa, sempre online, aveva raccontato di essere “stata vittima di un’aggressione dal compagno e allenatore. Sono stata insultata, presa a pugni, la mia testa è stata sbattuta a terra più volte. Poi mi ha strangolata”. La donna si era rifiugiata dai vicini di casa, che avevano chiamato la polizia. La Procura ha annunciato che presenterà ricorso contro la decisione del giudice. Dal mondo del judo francese sono arrivati messaggi di sostegno per Pinot, mentre il presidente della federazione Stéphane Nomis si è detto scioccato dalla decisione del tribunale. Pinot ha vinto tra l’altro una medaglia d’oro alle Olimpiadi di Tokyo 2020 e un bronzo ai mondiali 2019.
L’uomo arrestato e poi rilasciato per “prove insufficienti” La Procura fa ricorso